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Sigarette elettroniche in carcere, cronaca di un successo annunciato

Progetti avviati con successo in Francia e Regno Unito. In Italia invece vince la burocrazia.

Terminato il periodo di sperimentazione, è ora il momento di trarre le conclusioni sul progetto che ha consentito la distribuzione di sigarette elettroniche nelle carceri francesi.
Mille sigarette elettroniche in meno di un anno consegnate a detenuti per l’80 per cento fumatori. e il progetto è nato proprio in seguito ad un’azione legale promossa da un detenuto non fumatore che ha ottenuto un risarcimento da parte dello Stato perché costretto a convivere con il fumo dei compagni di cella.
Il progetto ha goduto di un finanziamento pubblico di 50 mila euro, equivalenti a mille sigarette elettroniche validate per l’uso in carcere. Buona anche la partecipazione dei dipendenti amministrativi e delle guardie carcerarie. In 150 hanno scelto di passare all’ecig. Interessante la soluzione di sicurezza che consente di ricaricare la sigaretta elettronica senza fili ma con una chiavetta Usb. In Italia un analogo tentativo venne promosso dall’onorevole Rita Bernardini che ottenne anche il benestare di Santi Consolo, capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, e del Ministero della Salute. Ma poi tutto si arenò per la difficoltà di reperire sigarette elettroniche senza fili elettrici. Progetti analoghi sono stati avviati anche nel Regno Unito.

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