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Sigarette elettroniche, parola alle associazioni: Roccatti (Anafe)

Pubblichiamo l'articolo scritto dal presidente dell'associazione dei produttori legati a Confindustria tratto dalla rivista bimestrale attualmente in distribuzione.

(articolo tratto dal bimestrale Sigmagazine #12)

Se non proprio un momento di svolta, sicuramente un passaggio fondamentale per la ripresa del settore. Dopo anni di difficoltà, infatti, il comparto delle sigarette elettroniche sembra giunto a una fase nuova. Il merito va anzitutto a due importanti risultati raggiunti sul piano istituzionale e regolatorio, frutto dell’impegno di tutti gli operatori del mondo ecig nella promozione e tutela delle istanze del settore nei confronti del governo e degli interlocutori istituzionali.
In questi anni, Anafe Confindustria ha lavorato senza sosta per difendere gli interessi di aziende e lavoratori che non hanno solo conosciuto brusche frenate e una condizione di profonda incertezza, ma che hanno addirittura visto a rischio la sopravvivenza stessa dell’intero comparto, a causa di un reticolo normativo opprimente e una pressione fiscale di fatto insostenibile. Questo lavoro, portato avanti in piena trasparenza e nel pieno rispetto delle istituzioni, ci ha consentito di far recepire le difficoltà più stringenti ma anche alcune soluzioni prospettate per il futuro dell’intera filiera del vaping. Ma prima di entrare nel dettaglio, se oggi possiamo dirci davvero soddisfatti dei risultati raggiunti, devo anzitutto dare merito e ringraziare il vicepresidente di Anafe, Gianluca Giorgetti, e il vicepresidente Massimiliano Mancini, che – da ex presidente nonché fondatore della nostra associazione – ha iniziato questo percorso e senza il cui impegno Anafe Confindustria neanche esisterebbe.
Sono due i risultati “storici” raggiunti in questi mesi: la chiusura del pregresso e la drastica riduzione dell’imposizione fiscale. Per quanto riguarda il primo aspetto, giunge a compimento una battaglia che ci ha coinvolti sia sul piano politico che legale e che, dopo anni, ha visto finalmente una soluzione estremamente pragmatica. Le strade erano due: continuare a richiedere alle aziende risorse che le stesse imprese non avevano mai incassato, sulla base di decisioni e legittime interpretazioni giurisprudenziali, o definire con le stesse aziende un percorso che avesse come finalità la tutela di centinaia di imprese e migliaia posti di lavoro che, al contrario, sarebbero stati spazzati via. Per fortuna il buon senso ha prevalso e la strada scelta è stata quest’ultima.
Il secondo passaggio, forse ancor più importante per lo sviluppo futuro del comparto, è stato l’abbattimento della pressione fiscale. Benché fin dall’inizio Anafe Confindustria abbia auspicato e si sia impegnata per una riduzione ancor più netta del carico fiscale e – per quanto riguarda i liquidi senza nicotina – per un’eliminazione tout court della tassa, possiamo dire che quello raggiunto è davvero il miglior risultato possibile che il settore potesse ottenere. Nonostante la disponibilità a trovare una soluzione positiva da parte del governo – e la condivisione di questa battaglia, in prima persona, da parte del vicepremier Matteo Salvini – non sono state poche le difficoltà e le forti resistenze incontrate in questi mesi. Per questo motivo, di fronte ad un taglio dell’80 per cento della tassazione sui liquidi con nicotina e del 90per cento sui liquidi senza nicotina, non è affatto esagerato parlare di vittoria storica per un settore che in passato ha ricevuto solo porte in faccia, se non veri e propri schiaffi.
Ma l’impegno non può finire qui, né può essere abbassata la guardia. Adesso, infatti, dopo le misure fiscali e alcuni interventi regolatori necessari per mettere ordine e ridare slancio al settore, la sfida da vincere è quella culturale sui temi della salute e del rischio ridotto. La comunità medica e scientifica è già ampiamente concorde sul fatto che la sigaretta elettronica sia di gran lunga meno nociva, in una percentuale pari al 95 per cento, rispetto alla sigaretta tradizionale. Ma non basta. Spesso, infatti, le caratteristiche delle sigarette elettroniche vengono analizzate da una prospettiva non del tutto corretta, cioè evitando un’analisi comparata con il fumo di sigaretta tradizionale. È questa l’ottica più appropriata dalla quale guardare ed analizzare i benefici del vaping in termini di rischio ridotto. Ed è soprattutto questa la strada che può condurci da una semplice presa d’atto delle ecig quali prodotti a rischio ridotto alla disponibilità di medici ed esperti a considerare il fumo elettronico come uno strumento da incentivare per la tutela della salute, anzitutto nei confronti di chi non vuole o non riesce a smettere di fumare. Altri grandi Paesi europei lo stanno facendo. Sotto questo profilo, il Regno Unito è diventato un modello da seguire, se non da imitare. Anafe Confindustria continuerà il suo impegno affinché l’Italia si incammini lungo questo percorso.