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Da oggi in distribuzione il nuovo numero della rivista bimestrale

Nel dodicesimo numero ampio approfondimento sulla nuova normativa fiscale con un contributo delle associazioni di settore.

Pubblichiamo l’editoriale del direttore della rivista bimestrale Sigmagazine #12 in distribuzione da oggi attraverso i principali distributori e grossisti di sigarette elettroniche. A breve saranno inoltrate le credenziali d’accesso agli operatori che ne hanno fatto richiesta per sfogliare il giornale online.

Quattro, otto, tre. Nuovo anno e nuovi numeri per il settore italiano della sigaretta elettronica. Quattro come i centesimi di euro che si dovranno versare all’erario per ogni millilitro di liquido senza nicotina; otto come i centesimi per millilitro previsti dall’imposta sui liquidi con nicotina; tre come i mesi che occorrerà attendere prima di poter vedere finalmente assegnato un codice Ateco agli operatori e ai commercianti specializzati in vaping. A un anno dalla manifestazione nazionale in piazza Montecitorio, il settore ha ottenuto la sua rivincita. Ma forse la si potrebbe definire una rinascita. Perché dopo un anno di passione, a dicembre il Parlamento è intervenuto modificando l’importo dell’imposta di consumo, abbattendola dell’ottanta e del novanta per cento a seconda che il liquido contenga o meno nicotina. In questo numero di Sigmagazine abbiamo voluto dare spazio alle associazioni di settore. Tutte, senza distinzioni, da anni lottano a tutela e difesa dei commercianti e delle aziende di produzione. Seppure con leggere distinzioni sul tragitto da percorrere, la meta per tutti è sempre stata identica: consentire un lavoro onesto e nel rispetto di pari regole e condizioni.
Diecimila, 2500, 800. Sono gli altri numeri che hanno caratterizzato la fine dell’anno. E sono stati diffusi dalla società di studi e analisi Eurispes in seguito alla ricerca condotta su un campione di oltre 500 negozianti e professionisti del comparto. Diecimila come le persone che lavorano direttamente nel campo del vaping, 2500 come i negozi italiani specializzati, 800 come i milioni di euro che compongono il giro d’affari totale del settore. Numeri ragionati e verificati che d’ora in poi potranno essere utilizzati ufficialmente senza tema di smentita. Ampi stralci della ricerca sono pubblicati nelle prossime pagine di questa rivista.
Intanto, mentre l’Italia rimette mano alla tassazione e riscrive le norme per tutelare e dare dignità al settore, il Regno Unito prosegue nei programmi a tutela della salute pubblica attraverso l’utilizzo della sigaretta elettronica. La Brexit potrebbe facilitare l’abbandono della Tpd che potrebbe essere corretta da una nuova legge quadro più snella e liberale. Ma anche la Germania si muove e la classe medica – tramite i chirurghi cardiovascolari – reclama a gran voce una nuova politica di prevenzione e di riduzione del danno da fumo. Chiuso il capitolo fiscale, dunque, all’orizzonte comincia a sorgere un nuovo astro di riferimento: la riduzione dei danni del tabacco attraverso l’utilizzo di strumenti elettronici di somministrazione della nicotina. Come recita il titolo di copertina, il drastico abbassamento dell’imposizione fiscale ha ridotto il danno causato dai governi degli ultimi cinque anni. Adesso, anche in Italia, è il tempo di coinvolgere e impegnare le istituzioni affinché riducano anche quello letale causato dal tabacco e dalla sua combustione.

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