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La sigaretta elettronica entra nel Rapporto Italia di Eurispes

Presentato oggi a Roma il 31esimo Rapporto che, per la prima volta, si occupa degli strumenti di riduzione del danno da fumo.

È stato presentato questa mattina nell’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma il 31esimo Rapporto Italia, la pubblicazione annuale dell’istituto di ricerca Eurispes che fa il punto sullo stato del nostro Paese. Ad ascoltare la relazione del presidente Gian Maria Fara erano presenti nella sala dell’ateneo romano le massime autorità delle Forze Armate, il Ministro per le politiche europee Paolo Savona, il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, il prefetto della Capitale Franco Gabrielli, l’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, oltre a molti parlamentari italiani ed europei.
È un quadro poco confortante, fatto di poche luci e molte ombre, quello che emerge dalle pagine del Rapporto: un Paese che non riesce ad affermare la propria identità, in difficolta nello scegliere i percorsi da intraprendere e di stare al passo con la complessità della globalizzazione. Nelle parole di Fara, l’italia di oggi è il Paese del “Ni”, eternamente in mezzo al guado, caratterizzato da un’incapacità di decidere che coinvolge tutti gli attori pubblici.
Eppure per il mondo del vaping si tratta di una giornata importante. Perché per la prima volta la sigaretta elettronica entra nelle quasi mille pagine del Rapporto Italia, a dimostrazione che quello degli strumenti di riduzione del danno da fumo è un settore destinato ad avere un posto nell’economia e nella società italiane. È il capitolo 60 della sezione Sicurezza/Insicurezza, intitolato “Fumo: limitiamo i danni. I nuovi strumenti”, a fare il punto sui costi economici e sociali del tabagismo e sulla posizione degli italiani rispetto agli strumenti alternativi.
Il capitolo riporta in sintesi i due recenti studi di Eurispes – quello presentato lo scorso settembre presso la sala della Stampa estera e quello specifico sulla sigaretta elettronica di dicembre – a cui abbiamo dato ampio risalto sulle nostre colonne. Il dato forte che emerge è che la stragrande maggioranza dei fumatori – l’82 per cento – ha fame di informazione sui prodotti alternativi che riducono il rischio da fumo. Nelle conclusioni del capitolo, l’istituto auspica per il nostro Paese il modello Gran Bretagna “con la decisione di defiscalizzare completamente i prodotti innovativi e, addirittura, di farsi promotore, attraverso il proprio sistema sanitario nazionale, di queste alternative ad integrazione delle politiche antifumo”. Esattamente quello per cui combatte da molti anni tutto il settore italiano della sigaretta elettronica.

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