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Per la Commissione Europea le sigarette elettroniche sono sempre tabacco

Dure dichiarazioni del capo di gabinetto del commissario alla salute Vinčiūnas: "Si può bere meno veleno, ma è sempre veleno".

Non ci sono – purtroppo – novità da registrare sul fronte della Commissione europea. Almeno per quanto riguarda le sigarette elettroniche e gli strumenti di riduzione del danno da fumo. Il commissario per la salute e la sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis e il suo staff, d’altronde, non hanno mai fatto mistero di non fare grande differenza fra tabacco e strumenti alternativi di riduzione del danno e di fare di tutta l’erba un fascio, trattando ecig e riscaldatori come se fossero la stessa cosa.
Questa volta è il capo di gabinetto del commissario, Arūnas Vinčiūnas, a lasciarsi andare a commenti lapidari sulle sigarette elettroniche in una dichiarazione al sito Euractiv. Reiterando il rifiuto di sedersi a un tavolo con gli stakeholder per discutere dei prodotti di nuova generazione, Vinčiūnas dichiara: “Ci sono ricerche scientifiche che dicono che le sigarette elettroniche sono meno dannose di quelle di tradizionali, ma sono sempre tabacco”. Che è un’affermazione disinvolta per un prodotto che non contiene tabacco. Ma non troppo, visto che i prodotti del vaping sono regolamentati dalla Direttiva sui prodotti del tabacco. E poi aggiunge: “Si può bere meno veleno, ma alla fine è sempre veleno”.
Il capo di gabinetto di Andriukaitis continua raccontando un aneddoto personale: un suo compagno di scuola avrebbe smesso di fumare dopo aver perso una scommessa con lui. E chiosa: “Questa è una soluzione più semplice delle sigarette elettroniche per smettere di fumare”. Una banalizzazione del problema del tabagismo che, sinceramente, stona nelle parole di chi riveste un ruolo così delicato. Ma che in fondo ricalca le dichiarazioni dello scorso ottobre del vice direttore della Dg salute Martin Seychell che, sempre a Euractiv, parlando di ecig, dichiarò che il compito della Commissione era “promuovere il concetto che non bisogna avere dipendenze e basta.
La linea della Commissione, insomma, non cambia. Anzi, le posizioni intransigenti di Andriukaitis rischiano di irrigidirsi ulteriormente. La scorsa settimana ad Atene, infatti, il commissario ha usato toni duri sulle sigarette elettroniche, ponendo l’attenzione sull’uso da parte dei giovani, un tema molto in voga (e molto contestato) negli Stati Uniti.
Vinčiūnas ha concluso la sua intervista con Euractiv, ribadendo che non vi saranno nuovi interventi legislativi sulle sigarette elettroniche prima del report del 2021, previsto dalla Tpd. E, viste le ultime dichiarazioni, forse è meglio così. Nella speranza che la prossima Commissione, che sarà eletta alla fine di quest’anno da un Parlamento europeo rinnovato, abbia vedute più aperte sulla riduzione del danno da fumo.

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