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San Francisco, via libera al divieto di vendita di sigarette elettroniche

Dopo il secondo voto a favore del Consiglio dei supervisori, manca solo la firma del sindaco per far diventare operativa la misura.

Non vi sono stati colpi di scena. Come previsto e anticipato in un articolo della scorsa settimana, il Consiglio dei supervisori di San Francisco ha approvato all’unanimità il divieto di vendita e distribuzione di sigarette elettroniche e di tutti i prodotti del vaping all’interno della città. In realtà si tratta di una sospensione, in attesa che questi strumenti ottengano l’autorizzazione della Food and Drug Administration. Al momento, però, nessun produttore ha ancora ottenuto il nulla osta dell’agenzia, visto che la scadenza per la presentazione delle richieste è fissata all’agosto del 2021 (ma potrebbe essere anticipata, come spiegato in questo articolo).
Perché il divieto diventi operativo, manca solo la firma del sindaco: una pura formalità, visto che il primo cittadino ha già pubblicamente espresso il suo supporto. La misura entrerà poi in vigore dopo sei mesi. Il divieto si applicherà tanto ai negozi fisici, specializzati e non, quanto alle vendite online. Rimarranno, invece, disponibili sugli scaffali le sigarette di tabacco, tanto che sono stati in molti a valutare questa misura come un favore alle multinazionali del tabacco.
È infatti concreto il rischio che una misura nata per preservare i più giovani dall’utilizzo dell’e-cigarette finisca per ritorcersi contro i suoi ideatori. È plausibile immaginare che molti ex fumatori adulti passati alla sigaretta elettronica, possano tornare al molto più dannoso fumo tradizionale di fronte all’impossibilità di acquistare prodotti del vaping. Non è neanche assicurato che questa legge abbia l’impatto sperato sul consumo giovanile. Qualcuno, infatti, paventa la nascita di un mercato parallelo per i prodotti del vaping, che sarebbe naturalmente sottratto da qualsiasi possibile controllo. Eppure gli Usa dovrebbero aver imparato la lezione sui danni del proibizionismo.
Ma il pericolo più grande è che, nel clima di caccia alle streghe che ormai si respira negli Usa, la decisione di San Francisco faccia scuola e venga seguita da altre autorità in altri Stati. Si giungerebbe così all’estremo paradosso di vietare lo strumento a rischio ridotto, lasciando invece disponibile quello più dannoso.

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