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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’11 al 17 agosto

Consueto appuntamento con la rassegna stampa settimanale delle maggiori notizie del vaping internazionale.

UsaVta e Vapor Stockroom, causa a Fda per i termini di autorizzazione alla vendita di ecig
Vta e Vapor Stockroom hanno intentato una causa contro la Food and Drug Administration degli Stati Uniti per l’anticipazione dei termini di presentazione delle richieste di autorizzazione di immissione sul mercato per i prodotti del vaping. Un’anticipazione definita  “l’irragionevole e arbitraria” e che minaccia la sopravvivenza della piccola e media industria del vaping negli Usa. A luglio il giudice federale Paul Grimm aveva concesso dieci mesi alle aziende per presentare la richiesta di autorizzazione di immissione sul mercato per i propri prodotti. Grimm, che era stato chiamato a dirimere la controversia fra la Food and Drug Administration e un gruppo di associazioni mediche e di attivisti anti tabacco (l’intera vicenda è stata ricostruita da Sigmagazine in questo approfondimento). Per Tony Abboud, executive director di Vta, la principale associazione commerciale del vaping, “il costante processo di regolamentazione della Fda è del tutto irragionevole, ingiusto e illegale. L’agenzia non è stata in grado di fornire un preavviso o un’opportunità di commento pubblico come richiesto dalla legge sulla procedura amministrativa”. “Accelerare grossolanamente le scadenze e quindi cambiare ripetutamente i requisiti già onerosi è inaccettabile sotto qualsiasi regime normativo”, ha concluso Abboud che chiede all’agenzia Usa di “smettere di spostare i pali della porta e cambiare le regole nel bel mezzo del gioco a scapito dei nostri produttori e piccole imprese”.

Nuova ZelandaPreoccupazione per l’equiparazione fumo-svapo nei consigli locali
L’equiparazione tra svapo e fumo rischia di rallentare la lotta al tabagismo anche in quei Paesi che procedono con una certa solerzia lungo la strada delle politiche per la riduzione del danno. Specie quando regolamentazioni specifiche vengono prese, magari per compiacenza con il politicamente corretto, da comunità locali, senza preoccuparsi delle conseguenze su politiche sanitarie di lungo periodo. È il caso della Nuova Zelanda, dove il Consiglio distrettuale Matamata-Piako sta decidendo di incorporare il vaping all’interno del quadro normativo restrittivo che riguarda il tabacco. Le misure riguarderanno tre città del distretto. Non si sono fatte attendere le reazioni degli imprenditori del vaping, tra cui quella di Jonathan Devery, responsabile di Alt New Zealand, che ha giudicato la mossa “un passo indietro”. “Pensiamo che avrà un impatto negativo sul numero di persone che intendono passare dal tabacco ai prodotti di svapo e quindi sull’obiettivo che la Nuova Zelanda si è imposta di diventare un Paese smoking-free entro il 2025”, ha concluso Devery.

Gran Bretagna/ItaliaL’appello di Polosa basato sui più accurati studi internazionali (specie britannici)
Il lavoro di revisione è stato compiuto dall’equipe italiana del professor Riccardo Polosa ma la base della ricerca è costituita da studi internazionali, per questo la notizia si conquista un ulteriore spazio nella rubrica Svapoword. E in una settimana di pausa dedicata al relax come quella di Ferragosto, non è male ridare, attraverso il punto pubblicato da Sigmagazine, una lettura alle ricerche che consentono allo scienziato catanese, una delle massime autorità mondiali sul campo della riduzione del danno, di affermare: “Ci sono prove raccolte crescenti che suggeriscono che sostituire le sigarette con le sigarette elettroniche è un metodo efficace per contenere l’uso di sigarette a base di tabacco”. Sullo sfondo studi americani ma soprattutto britannici. Polosa concorda in particolare con il Public Health England e il Royal College of Physicians of London nella convinzione “che sia ragionevole procedere sulla base che le sigarette elettroniche siano almeno il 95% meno rischiose del fumo”.

LibanoIn dieci anni è aumentato il numero dei minori attratti dal tabacco
Il tabagismo giovanile è in Libano un’emergenza senza fine che non risparmia i minorenni. Secondo diversi studi riportati dai media libanesi, negli ultimi dieci anni è aumentato il numero dei minori di 18 anni che fumano sigarette: il rapporto è passato da uno su quattro a uno su tre. Tra i giovanissimi di età compresa fra i 13 e i 15 anni sarebbe quasi del 40% la percentuale di coloro che dichiara di fumare sigarette o aspirare narghilé.

Sud AfricaVia libera (con condizioni) all’acquisizione di Twisp da parte di Bat
Il South Africa’s Competition Tribunal ha dato il via libera all’acquisizione da parte della multinazionale British American Tobacco’s (Bat) del marchio di sigarette elettroniche Twisp, dettando al contempo alcune condizioni. L’accordo fra Bat e Twisp era stato siglato due anni fa ma la commissione sulla competitività, l’equivalente dell’antitrust sudafricano, ne aveva bloccato l’esecutività, demandando al tribunale apposito la decisione finale. Che ora è arrivata, dando il via libera a patto che i prodotti di Bat non superino il 70 per cento degli spazi sugli scaffali destinati alla vendita di ecig e che la stessa multinazionale non stringa accordi palesi o segreti con i rivenditori per danneggiare o ostacolare lo smercio di prodotti di aziende rivali. Queste condizioni sono valide per 5 anni. L’acquisizione di Twisp rientra nella strategia adottata da Bat di rinforzare la presenza sul nuovo segmento del vaping anche a seguito della contrazione continua sul segmento tradizionale del tabacco.

FilippinePiù tasse su alcol, tabacco ed ecig per finanziare l’assistenza sanitaria pubblica
Il governo delle Filippine intende aumentare la tassazione su una serie di prodotti quali alcol, tabacco e sigarette elettroniche in maniera tale da raggiungere la cifra di 7,17 miliardi di dollari sufficiente a coprire le necessità del budget per l’assistenza sanitaria pubblica. Lo ha detto il sottosegretario alle Finanze Karl Kendrick Chua in un’intervista al quotidiano The Philippine Star.

MoldaviaPhilip Morris vuole partecipare al dibattito sulla nuova legge sul tabacco
Non solo in Asia Philipp Morris muove le sue pedine lobbistiche in vista dell’emanazione di nuove leggi sul tabacco. Secondo quanto rivela il quotidiano svizzero Le Temps che cita fonti interne all’azienda, Philip Morris ha chiesto a funzionari dell’ambasciata elvetica a Kiev, responsabile anche per gli affari nella vicina Repubblica di Moldova, di promuovere la partecipazione di esperti della multinazionale del tabacco ai processi di elaborazione e definizione della nuova e più rigida legge sul tabacco da parte del governo moldavo.  Chiediamo di “poter contribuire alle consultazioni pubbliche su proposte legislative che toccheranno i fumatori e i nostri affari al pari di tutte le altri parti interessate all’argomento”, cita tra virgolette Le Temps. La scorsa settimana il Bangkok Post aveva rivelato un’analoga azione di Philip Morris in Thailandia: come sarebbe stupido varare una legge sulle auto elettriche senza consultare le aziende automobilistiche, così sarebbe inconcepibile proporre una legge sul fumo senza aver ascoltato i produttori di tabacco, aveva detto ha detto il direttore della sede thailandese del gogante del tabacco Gerald Margolis al quotidiano di Bangkok.

GermaniaMozziconi di sigarette, scende in campo la grande stampa
Prima pagina con articolo principale e editoriale di complemento sulla Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), il quotidiano più autorevole della Germania, dedicata al tema dei mozziconi di sigaretta. In un Paese dove i temi dell’inquinamento hanno riconquistato il proscenio del dibattito pubblico, la questione legata ai mozziconi gettati per terra che poi finiscono nelle canalizzazioni inquinando fiumi, laghi e mari diventa una vera emergenza nazionale. Il quotidiano di Francoforte prende spunto dalla petizione del berlinese Stephan von Orlow, di cui abbiamo parlato la settimana scorsa, che propone l’introduzione di un sistema di raccolta e riciclaggio delle cicche sul modello dei vuoti a perdere delle bevande. La Faz rivela come la petizione abbia nel frattempo superato la soglia delle 50 mila firme e racconta le resistenze dell’industria del tabacco, spaventata dai costi dell’eventuale organizzazione logistica alla base del riciclo. Tuttavia qualcosa dovrà pur essere fatto, conclude la Frankfurter, perché la terra è ormai diventata un unico, gigantesco portacenere.

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