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Shock Usa: solo 10 mesi per presentare autorizzazione alla vendita di e-cig

La sentenza del giudice Grimm anticipa di oltre un anno la scadenza. Minacciata la sopravvivenza della media e piccola industria.

Avranno 10 mesi le aziende del vaping per presentare la richiesta di autorizzazione di immissione sul mercato per i loro prodotti. A deciderlo è stato il giudice federale Paul Grimm, chiamato a dirimere la controversia fra la Food and Drug Administration e un gruppo di associazioni mediche e di attivisti anti tabacco. Il motivo del contendere era, appunto, la scadenza per la presentazione delle richieste. Originariamente la Fda l’aveva fissata per l’agosto 2018; poi, per dare tempo alle aziende di organizzarsi, era stata posticipata di quattro anni, al 2022. Infine, dopo le dimissioni del commissario Scott Gottlieb, la data era stata nuovamente anticipata al 2021.
Il rinvio non era piaciuto a un gruppo di querelanti, che era ricorso a un giudice nel marzo del 2108, chiedendo che fosse ripristinata la scadenza originaria e poi di fissarla a 120 giorni dalla sentenza. I legali dell’agenzia, da parte loro, avevano chiesto al giudice di rimettere la decisione all’Fda o, in ogni caso, di non stabilire la data per la presentazione delle autorizzazioni prima di 10 mesi. Ed è proprio quest’ultima parte che il giudice ha accolto, concedendo un anno all’agenzia per l’approvazione.
Il commissario in carica, Ned Sharpless, ha espresso la sua soddisfazione in una dichiarazione riportata da Reuters. “La decisione – ha detto – è un importante passo in avanti per la salute pubblica e riconosce l’impegno dell’Fda nell’accelerare la valutazione di questi prodotti, in particolare di quelli che attraggono maggiormente i giovani”. Sul sito dell’agenzia, invece, non si trova ancora nessuna comunicazione ufficiale e non si sa, quindi, se è ancora al vaglio l’ipotesi di prevedere percorsi differenti fra grandi e piccoli produttori. Perché, per come è stato concepito, l’iter per l’autorizzazione (che dovrebbe essere fatto per tutti i prodotti sul mercato dall’8 agosto del 2016) è proibitivo per la stragrande maggioranza dei produttori, che rischierebbero di essere semplicemente cancellati dal mercato.
L’American Vaping Association, che rappresenta i produttori americani, si rivolge direttamente al Ministro della giustizia, perché ricorra contro la sentenza. “Il giudice Grimm – sostengono – non ha il diritto di ordinare all’Fda di seguire una particolare tempistica. Sarebbe un pericoloso precedente che causerebbe la chiusura di molte aziende”. Ma, a giudicare dalle dichiarazioni di Sharpless, forse la Fda non è poi così scontenta che qualcuno abbia deciso al suo posto, togliendole le castagne dal fuoco.

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