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Thc nelle sigarette elettroniche, la confessione: “Comprato da spacciatore per strada”

In una intervista alla Cbs un giovane ricoverato con problemi polmonari ammette di aver usato sostanze illegali.

Come te lo sei procurato?” “L’ho comprato per strada, da uno spacciatore”. Così, in un’intervista alla Cbs, Adam Hergender 18enne dell’Illinois spiega come è venuto in possesso del Thc che ha svapato. Lo racconta dal suo letto di ospedale, dove è ricoverato da una settimana con gravi problemi polmonari. Dopo aver inalato il liquido comprato dallo spacciatore, Hergender ha cominciato a vomitare e ad avere problemi respiratori, oltre alla febbre, tanto che è stato necessario il ricovero urgente. “Quindi hai acquistato il Thc per strada da qualcuno che non conosci veramente. In retrospettiva, non pensi che sia stata una cosa stupida?”, ha chiesto il giornalista Dean Reynolds al giovane. “ – ha risposto Hergender – ma quando sei dipendente, non pensi a queste cose”.
La notizia più importante è che Adam non è in pericolo di vita, anche se potrebbe riportare danni ai polmoni. E probabilmente imparerà a non acquistare prodotti dagli spacciatori e dal mercato illegale. La seconda notizia è che la crisi di malattie polmonari acute degli Stati Uniti si va delineando sempre più come causata da prodotti illegali contaminati. Insomma, come abbiamo più volte ripetuto, la sigaretta elettronica sembra essere stato solo lo strumento per somministrare sostanze di dubbia provenienza. Come la siringa che serve per iniettare l’eroina, il cucchiaio che serve per scaldarla o la banconota arrotolata con cui si inspira la cocaina.
Al momento le autorità sanitarie statunitensi puntano il dito contro un olio derivato dalla vitamina E, trovato nei liquidi al Thc analizzati. La Food and drug administration, infatti, dopo averlo anticipato al Washington Post, ha pubblicato in apertura del suo sito un avviso al pubblico, invitando a non acquistare nessun tipo di prodotti per il vaping di contrabbando e di non usare olio con Thc e a non modificare i prodotti acquistati nei negozi specializzati. “Molti dei campioni testati dalle autorità locali o dall’Fda nel corso di quest’indagine – si legge sul sito – sono stati identificati come prodotti contenenti tetraidrocannabidiolo (o Thc, un componente psicoattivo della pianta di marijuana) e, inoltre, la maggior parte dei campioni conteneva anche quantità significative di acetato di vitamina E“.  Meno chiaro, invece, il Center for disease control and prevention, la cui gestione della crisi ha attirato molte critiche. Ancora oggi l’ultimo aggiornamento sul sito raccomanda di “prendere in considerazione di non usare le sigarette elettroniche, fino alla fine dell’indagine”.

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