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Sigarette elettroniche, Public Health England: “Fondamentali contro il fumo”

Pubblicato il rapporto di Public Health England che sintetizza le prove scientifiche sul vaping in Inghilterra.

Arriva oggi il sesto rapporto indipendente sulla sigaretta elettronica commissionato da Public Health England, l’agenzia operativa del Ministero della salute del Regno Unito. Si tratta di un documento che sintetizza le prove scientifiche attualmente disponibili sul vaping, allo scopo di offrire indicazioni alla politica e al legislatore. Nei prossimi mesi sarà invece pubblicata anche una ampia revisione specifica sulla sicurezza delle e-cigarette. Il documento parte dal presupposto che “nonostante la diminuzione dei fumatori, il fumo rimane la principale causa di morti e malattie evitabile e la prima causa delle disuguaglianze sanitarie”.  Per questo “i dispositivi di somministrazione della nicotina alternativi, che sono meno dannosi, possono giocare un ruolo fondamentale per ridurre questo carico sulla salute”.
Per la compilazione del rapporto, i ricercatori hanno utilizzato i dati di sei indagini nazionali sulla prevalenza e le caratteristiche del vaping in Inghilterra. Hanno esaminato la letteratura scientifica internazionale pubblicata fra novembre 2018 e ottobre 2019 che riportavano dati sulla prevalenza dell’uso dell’e-cig. Hanno inoltre usufruito dei dati dei centri antifumo, e della Mhra (l’agenzia che regolamenta i farmaci) e di pubblicazioni scientifiche. Gli autori stessi hanno condotto due revisioni sistematiche sul vaping fra pazienti con problemi psichiatrici e donne in gravidanza. Il rapporto si sviluppa poi su quattro aree di ricerca:

  • La sigaretta elettronica e i minori
    Nessuna delle indagini prese in esame riporta importanti aumenti nell’uso della sigaretta elettronica fra i minori. Gli utilizzatori attuali di sigaretta elettronica (cioè che la utilizzano una volta alla settimana o meno) nella popolazione fra gli 11 e i 18 anni sono sostanzialmente rimasti stabili fra il 2018 e il 2019. Si tratta principalmente di minori che avevano già esperienza con il fumo. Infatti gli utilizzatori attuali che non avevano mai fumato sono meno dell’1%. La maggior parte dei minori che ha provato l’e-cigarette, lo ha fatto per curiosità.
    Phe conclude che è necessario continuare a monitorare l’uso della sigaretta elettronica fra i minori, indagando anche sugli aromi preferiti e le motivazioni, migliorando i controlli sull’applicazione del divieto di vendita ai minori.
  • La sigaretta elettronica e gli adulti
    L’uso attuale (di qualsiasi tipo) fra gli inglesi adulti è rimasto sostanzialmente stabile dal 2014 e nel 2019 si è attestato fra il 5 e il 7% della popolazione. Fra i fumatori variava fra il 14 e il 20%, a seconda delle indagini, mentre fra gli ex fumatori era in crescita, registrato fra il 12 e il 13% nel 2019. Anche fra gli adulti, l’e-cigarette è diffusa quasi esclusivamente fra fumatori ed ex fumatori, con meno dell’1% di utilizzatori che non hanno mai fumato. La maggior parte usa l’e-cig per smettere di fumare.
    La percentuale di fumatori che non ha mai provato la sigaretta elettronica è stabile dal 2018 al 37%. Questo accade probabilmente anche per l’errata percezione sui rischi dello strumento. I fumatori che ritengono il vaping meno dannoso del fumo sono passati dal 45% del 2014 al 39 del 2019.
    Phe conclude che dai dati non emerge che la diffusione della sigaretta elettronica abbia messo in pericolo la diminuzione del tasso dei fumatori. Si sottolinea anche l’importanza degli aromi nei liquidi per la vaporizzazione: “vietarli potrebbe avere effetti nocivi e conseguenze indesiderate sui fumatori che usano questi prodotti per smettere di fumare“.
  • La sigaretta elettronica e le persone con problemi psichiatrici
    Phe rileva la mancanza di trarre conclusioni univoche dai 17 studi presi in esami. I parametri utilizzati variano molto e, di conseguenza, anche i dati e i risultati. Il sostegno a questo tipo di pazienti è, però, una delle priorità incluse nel Tobacco Control Plan del governo, visto che fra loro si registra un tasso di fumatori molto più alto rispetto al resto della popolazione.
    Phe sottolinea la necessità di condurre ricerche specifiche, offrendo ai medici formazione specifica sull’uso dei prodotti del vaping, permessi nella maggior parte delle strutture per la cura dei pazienti psichiatrici.
  • La sigaretta elettronica durante e dopo la gravidanza
    Anche in questo caso la revisione sistematica rileva la mancanza di studi relativi alla prevalenza del vaping in gravidanza, gli effetti del vaping sul fumo durante e dopo la gravidanza e i sui effetti sulla salute della madre o sull’evoluzione della gravidanza. “Come il resto della popolazione – si legge nel rapporto – le donne incinte usano la sigaretta elettronica per smettere di fumare”. Ma tanto le donne fumatrici quanto gli operatori sanitari sono incerti sui rischi relativi del vaping in questa condizione.
    Phe evidenzia come siano necessari programmi di ricerca sia per avere dati sull’uso della sigaretta elettronica in gravidanza, che per studiarne l’efficacia per la cessazione e gli effetti sulla salute. In attesa, rimanda alle linee guida di Smokefree action, che dicono: “Bisogna sostenere il vaping se aiuta le donne o le famiglie con bambini a smettere di fumare o a continuare a non fumare. I prodotti regolamentati con nicotina per il vaping sono sempre preferibili al fumo”.
    Gli autori del rapporto, intitolato “Vaping in England: 2020 evidence update summary”, sono Ann McNeill, Leonie S. Brose, Robert Calder e Debbie Robson del King’s College London e Linda Bauld dell’Università di Edimburgo e di Cancer Research Uk.

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