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Regno Unito, indagine parlamentare su Oms e sigarette elettroniche

L'iniziativa dell'Intergruppo sul vaping in preparazione del prossimo Cop9 della Convenzione quadro per il controllo del tabacco.

Bisognerà condurre un’indagine parlamentare in vista della prossima Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco dell’Organizzazione della Sanità, il cosiddetto Cop9. È questa una delle priorità dell’Intergruppo sulla sigaretta elettronica del Parlamento del Regno Unito, spiega il suo fondatore Mark Pawsey in un’intervista esclusiva al sito Vape Business. “Siamo preoccupati – continua il politico conservatore – per la possibilità che l’Oms possa chiedere di vietare i prodotti a rischio ridotto e/o le sigarette elettroniche o che siano trattate come le sigarette e il tabacco da fumo”. Preoccupazioni più che fondate, a giudicare dalle posizioni espresse con sempre più frequenza dall’organizzazione sulla riduzione del danno da tabacco e i suoi strumenti.
Si conferma dunque l’impressione che il governo britannico sia pronto a dare battaglia in sede internazionale, per difendere la sigaretta elettronica. Le parole di Pawsey si aggiungono alle dichiarazioni dello scorso febbraio del sottosegretario per la prevenzione, la salute pubblica e le assistenze primarie Jo Churchill. Rispondendo a un’interrogazione del deputato David Jones, che chiedeva quale sarebbe stata la linea del governo durante il Cop9, Churchill fu netta. “I nostri funzionari – dichiarò – continueranno a comunicare la posizione del governo del Regno Unito sulle sigarette elettroniche. Cioè che, sebbene non innocue, le sigarette elettroniche hanno aiutato a smettere di fumare alcuni fumatori, che non avrebbero smesso con altri mezzi. Abbiamo introdotto un quadro regolatorio adeguato e continuiamo a monitorare le evidenze scientifiche sulle e-cigarette”.
Ai tempi dell’interrogazione di Jones, il Cop9 era ancora in calendario per questo novembre. A causa del covid, la Conferenza delle parti è stata poi rinviata allo stesso mese del 2021. Dodici mesi che i sostenitori della riduzione del danno da tabacco potranno usar per prepararsi al meglio all’evento, come dimostra di voler fare l’Intergruppo parlamentare con la sua iniziativa. Ma i parlamentari del Regno Unito non si fermano alle questioni internazionali. Verrà infatti istituita una seconda indagine parlamentare, spiega sempre Pawsey nella stessa intervista, per valutare dei miglioramenti post Brexit alla legislazione sul vaping. Una delle ipotesi al vaglio dei parlamentari è l’abolizione dei limiti di capacità dei flaconi di e-liquid e il tetto alla concentrazione di nicotina, che la Direttiva europea fissa rispettivamente a 10 mil e 20 mg/ml.
In conclusione, Pawsey rassicura tutti quelli che temono che lo scioglimento di Public Health England, l’agenzia operativa del Ministero della Salute, possa mutare la posizione delle istituzioni britanniche sulla sigaretta elettronica. “È fondamentale che l’ente che sostituirà Phe – afferma – abbia lo stesso approccio al vaping. Dobbiamo basarci sulla scienza e sulle evidenze. Negli ultimi anni il Regno Unito è stato molto lungimirante nel suo approccio al vaping, riconoscendo il ruolo positivo che può avere per semttere di fumare. Dobbiamo continuare così, se vogliamo raggiungere l’obiettivo del governo di realizzare una generazione senza fumo nel prossimo futuro”.

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