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Sigarette elettroniche, Stati Uniti: grande caos delle autorizzazioni della Fda

Dall'iter autorizzativo dell'agenzia potrebbe venire fuori un panorama devastante per piccole e medie aziende, negozi e consumatori del vaping.

Scade domani 9 settembre il termine in cui la Food and drug administration dovrebbe dare una risposta a tutte le domande di autorizzazione alla vendita (Pmta) per i prodotti del vaping. Come noto, i produttori hanno dovuto presentare le istanze entro il 9 settembre del 2020 in seguito alla decisione di un giudice, chiamato in causa da un gruppo di associazione mediche e attivisti anti tabacco. È stato dunque un tribunale a spostare la data per la presentazione delle Pmta (prevista prima per l’agosto del 2018, poi per lo stesso mese del 2022, infine al 2021) al settembre del 2020. Con grande sconcerto degli operatori del settore che hanno dovuto affrettare i tempi e sostenere costi ingenti per chiedere di mantenere sul mercato tutti i prodotti immessi dopo l’8 agosto del 2016.
Al momento la confusione è grande, anche se il 3 settembre l’agenzia, tramite il suo profilo Twitter, ha fatto sapere che “continua a compiere progressi sostanziali nell’esaminare il numero senza precedenti di domande ricevute entro il 9 settembre 2020, scadenza ordinata dal tribunale per la presentazione di domande per i nuovi prodotti del tabacco”. Senza precedenti sono anche le cifre che appaiono dai comunicati dell’Fda. Il 9 agosto scorso l’Agenzia ha reso noto di aver rifiutato di catalogare le Pmta di 4,5 milioni di prodotti dell’azienda JD Nova Group Llc perché non avevano i requisiti. Fra il 27 agosto e il 2 settembre sono state rifiutate le autorizzazioni a circa 300mila prodotti del vaping aromatizzati, perché le aziende non avevano fornito sufficienti prove a dimostrazione della loro utilità per la salute pubblica. Sono tutti prodotti che andranno rimossi dal mercato.
Il trend sembra comunque preoccupante. L’iter di approvazione è quello in uso per i prodotti del tabacco tradizionali, estremamente complicato e costoso per le piccole e medie aziende, che magari hanno anche cercato di adeguarsi agli standard previsti, senza però riuscirci. Il panorama che potrebbe venire fuori da questa selezione rischia di essere devastante per gli indipendenti, i negozi e, in ultima analisi, per i consumatori. Alla fine ad uscire vincitrici potrebbero essere, ancora una volta, l’industria del tabacco. Secondo l’esperto Clive Bates, proprio le barriere normative all’ingresso al mercato rappresentano una vittoria su due fronti per Big Tobacco. “In primo luogo – scrive sul suo blog The counterfactual – la regolamentazione protegge l’oligopolio delle sigarette dalla concorrenza dirompente delle sigarette elettroniche che le aziende del tabacco non controllano. In secondo luogo, la regolamentazione consente loro di dominare i resti del mercato dello svapo, estendendo la presa dell’oligopolio di Big Tobacco sul mercato della nicotina”.

 

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