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Philip Morris International non potrà più importare il riscaldatore di tabacco Iqos negli Stati Uniti. È passato, infatti, senza un intervento da parte di Joe Biden il periodo di 60 giorni previsto per una eventuale “revisione presidenziale” della decisione della International Trade Commission. Secondo la commissione, infatti, Iqos violerebbe due brevetti di Reynolds American (sussidiaria di British American Tobacco) e lo scorso settembre ha ordinato il divieto di importazione degli stick. Trascorso senza novità il 29 novembre, la scadenza per l’intervento del presidente, la misura è automaticamente in vigore.
La vicenda risale al 2020 e non è detto che finisca qui. Philip Morris potrebbe chiedere un rinvio alla Corte d’appello di Washington, che è il principale tribunale per quanto riguarda i brevetti. L’azienda, riportano i media americani, lamenta che l’Ufficio Marchi e brevetti sta riesaminando il caso e la sua decisione è attesa per gennaio 2022 per quanto riguarda un brevetto e ad aprile per l’altro. Oppure potrebbe spostare la produzione negli Stati Uniti o decidere di modificare in qualche modo il suo prodotto. Pmi fa leva anche sull’argomento salute. Iqos, infatti, è l’unico riscaldatore di tabacco la cui vendita sul mercato americano è stata autorizzata dalla Food and drug administration come prodotto a rischio modificato. Ritirarlo dagli scaffali in assenza di prodotti analoghi, sostiene l’azienda, non sarebbe nell’interesse della salute pubblica.
Da parte sua, British American Tobacco fa leva sulla necessità di proteggere i brevetti e la proprietà intellettuale, volano dell’innovazione. Un tema molto sentito, soprattutto di questi tempi, e che infatti ha toccato le giuste corde nella International Trade Commission. Staremo a vedere come andrà a finire, di certo per ora c’è che da oggi Philip Morris non potrà più importare Iqos negli Stati Uniti.