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È in corso una guerra commerciale senza precedenti tra due big del tabacco: British American Tobacco e Philip Morris. In Italia il contenzioso nei giorni scorsi ha preso forma anche in Parlamento, attraverso il tentativo – non andato a buon fine – della prima di sottoporre a maggior accisa il prodotto di punta della seconda, il riscaldatore di tabacco Iqos. Nei mesi scorsi, sempre Bat inviò un esposto alla Procura di Roma chiedendo chiarezza sull’eventuale ruolo di Philip Morris in merito alla questione che portò all’arresto di alcuni ex dipendenti dell’Agenzia Dogane e Monopoli. Philip Morris Italia non tardò a prendere le distanze e accusò Bat di una sorta di “bipolarismo fiscale”. In effetti, nel volgere di poco più di anno, le richieste di Bat sono passate da una posizione che sosteneva la minor tassazione dei prodotti del tabacco a rischio ridotto, a una che invece ne auspicava l’aumento anche perchè, come si legge in una lettera inviata dai vertici Bat ai ministri dell’Economia e della Salute, si è “in assenza di evidenze scientifiche, da parte dell’autorità sanitarie a ciò preposte, in merito al potenziale rischio ridotto“.
Negli Stati Uniti e in Germania, invece, la querelle sarà disbrigata in Tribunale. Secondo quanto riportato dalla Reuters, British American Tobacco avrebbe citato per danni il suo più grande rivale sostenendo che la tecnologia di riscaldamento del tabacco utilizzata nei dispositivi Iqos ha violato i suoi brevetti già depositati. Oltre ai danni, la multinazionale britannica ha chiesto che venga impedita l’importazione e la vendita di Iqos sia in Germania che negli Stati Uniti, come dimostrano le parole di Will Hill, portavoce di Bat: “Se vinciamo, potremmo essere in grado di ottenere un ordine di esclusione che blocca l’importazione di Iqos negli Stati Uniti da parte di Philip Morris, a meno che non accettino di ottenere una licenza per l’utilizzo dei nostri brevetti“. La reazione di Philip Morris International è affidata a una nota d’agenzia: “Abbiamo appreso dai giornali che Bat ha intentato azioni legali contro di noi ma non abbiamo ancora avuto l’opportunità di valutare le accuse. Possiamo dire, tuttavia, che ci difenderemo con forza in ogni sede opportuna“.