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Studio: senza aromi per sigarette elettroniche molti tornerebbero a fumare

Una ricerca di studiosi canadesi, americani e inglesi mette in guardia contro le pericolose conseguenze di un divieto sugli aromi.

Una buona parte di svapatori tornerebbe a fumare mentre altri si rivolgerebbero a canali “diversi” di approvvigionamento se fossero vietati gli aromi diversi dal tabacco nei liquidi di sigarette elettroniche. A mettere ancora una volta in guardia dalle conseguenze impreviste di una misura allo studio di diversi governi (e anche dell’Unione europea) è uno studio condotto da ricercatori canadesi, americani e britannici che sarà pubblicato sul numero di febbraio 2022 della rivista Addictive Behaviors. A coordinare il lavoro, intitolato “Responses to potential nicotine vaping product flavor restrictions among regular vapers using non-tobacco flavors: Findings from the 2020 ITC Smoking and Vaping Survey in Canada, England and the United States”, Shannon Gravely dell’Università di Waterloo in Canada, mentre gli altri studiosi provengono da altri dieci fra atenei e istituti di ricerca in Canada, Usa e Inghilterra.
Per la ricerca è stato inviato un questionario a un campione di 851 svapatori abituali (tutti ex fumatori o fumatori) scelti casualmente fra i partecipanti canadesi, americani e inglesi all’International Tobacco Control Four Country Smoking and Vaping Survey del 2020. Il questionario riguardava il divieto sugli aromi e, in particolare, chiedeva se si fosse favorevoli o contrari e cosa si sarebbe fatto se tutti i gusti nei liquidi fossero stati vietati, ad esclusione del tabacco per gli Usa e di tabacco e mentolo per Canada e Inghilterra. Sono stati esclusi dalle analisi i consumatori di e-liquid al tabacco e al tabacco e mentolo per quanto riguarda gli ultimi due Paesi, in modo da avere un campione di soli utilizzatori di liquidi aromatizzati.
Come ci si può aspettare, la stragrande maggioranza dei partecipanti, l’81,8%, è contraria al divieto. In particolare il 56,6% è fortemente contraria e il 28,2% semplicemente contraria. Ad essere favorevoli è invece il 9,3% degli svapatori, fortemente favorevole il 3,6%, mentre il 5,2% non sa. Ma veniamo alle previsioni sui comportamenti. Il 28,8% degli intervistati dice che continuerà a svapare utilizzando un gusto disponibile, cioè tabacco. Una percentuale però quasi uguale, il 28,3%, dichiara che troverà un modo per avere i gusti vietati, una risposta che apre scenari poco rassicuranti. È interessante notare che questa spaccatura a metà fra i consumatori rilevata nello studio, riflette quella dei consumatori italiani emersa dal sondaggio condotto dall’associazione Ethra alla fine dello scorso anno.
Ancora più preoccupante è il fatto che il 17,1% dei partecipanti pensa che, in caso di flavour ban, smetterà di svapare e tornerà o continuerà a fumare. È solo il 12,9% a ritenere che smetterà di usare l’e-cigarette senza tornare al fumo, mentre una percentuale uguale non sa fare una previsione. Le risposte, spiega lo studio, variano molto in base allo status di fumatori o svapatore dei partecipanti e dall’opinione sul potenziale divieto. È chiaro, però, che la misura potrebbe avere delle conseguenze negative a livello di popolazione. “I nostri risultati – commenta infatti Shannon Gravely – sollevano la possibilità che vietare alcuni prodotti del vaping aromatizzati possa dissuadere alcuni fumatori adulti dallo svapo, con la possibilità che tornino a fumare sigarette, che sono chiaramente molto più dannose, dato che sappiamo che almeno la metà dei normali i fumatori muoiono per una malattia causata dal fumo”.

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