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Sigarette elettroniche, i consumatori al tavolo di confronto con la Commissione europea

In un incontro organizzato dalla Dg Salute, le associazioni hanno presentato il loro punto di vista. Presente anche l'italiana Anpvu.

Si è svolto nei giorni scorsi l’incontro fra la Direzione generale salute, la cosiddetta Dg Santé, della Commissione europea e le organizzazioni paneuropee iscritte nel Registro della trasparenza dell’Ue. Il meeting era incentrato – spiega il titolo – sui “prodotti emergenti del tabacco e con nicotina nelle politiche di controllo del tabacco”, sebbene sia stato subito chiarito che l’incontro non era parte di alcuna consultazione ufficiale. In realtà, ha spiegato il rappresentante della Dg Santé, si trattava di una risposta alle numerose richieste di confronto da parte di “diverse organizzazioni – si legge nel resoconto della stessa Dg – con interessi nei prodotti emergenti”. La Direzione salute era rappresentata da Filip Borkowski, lo stesso che aveva annunciato il finanziamento extra all’Oms da parte del Ministero della salute italiano in sede di Cop9 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco.
Nutrita la partecipazione delle associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche. Intorno al tavolo virtuale erano sedute Ethra (European tobacco harm reduction advocates), le francofone Aiduce (Association indépendante des utilizateurs de cigarette électronique) e Sovape e infine Innco (International network of nicotine consumer organizations) come organizzazioni transnazionali. Erano poi presenti alcune associazioni nazionali. L’italiana Anpvu, rappresentata dal suo presidente Carmine Canino, la spagnola Plataforma para la reducción de daños por tabaquismo e New Nicotine Alliance Sweden. Completavano il tavolo la European medical association, Schore (International association on smoking control & harm reduction), il ceco Institute for rational addiction policies e l’Hungarian scientific association for harm reduction and environmental diseases.
Le associazioni paneuropee hanno avuto spazio per presentarsi ed esprimere i loro punti di vista e opinioni. Damian Sweeney, per conto di Ethra, ha ricordato come sia la combustione a causare i danni legati al fumo, mentre i prodotti a base di nicotina sono molto meno rischiosi e aiutano i fumatori a smettere. “I prodotti a base di nicotina e le sigarette – ha precisato – sono sostituti economici. Iper-regolamentare o limitare i prodotti più sicuri aumenterà inevitabilmente il fumo”. Questo vale per tutte quelle misure che rendono le e-cigarette e gli altri strumenti alternativi meno attraenti, accessibili o economicamente abbordabili, a cominciare dal divieto sugli aromi, che sono un elemento fondamentale del successo di questi prodotti. “Possiamo scegliere – ha concluso Sweeney – una regolamentazione onerosa che protegga il mercato delle sigarette, prolunghi l’epidemia del fumo e aumenti il peso del cancro in Europa. Oppure possiamo avere un mercato che rompa la morsa del commercio di sigarette, migliori la salute pubblica e aiuti i cittadini europei ad agire per sconfiggere il cancro”.
Anche il presidente di Anpvu Canino ha toccato temi europei, criticando l’impostazione del parere dello Scheer e giudicando timidi e ancora insufficienti “i passi avanti nell’identificare il fumo elettronico come alternativa meno dannosa della sigaretta”. Canino ha richiamato che, secondo l’ultimo Eurobarometro, circa il 32% degli utilizzatori di sigaretta elettronica ha smesso completamente di fumare (era il 13% nel 2017), mentre un ulteriore 27% ha ridotto il consumo di tabacco. In pratica quasi sei utilizzatori su dieci hanno completamente cessato o ridotto il consumo di fumo combusto con il vaping. “I dati appena menzionati e l’analisi delle innumerevoli evidenze scientifiche prodotte sino ad oggi – ha concluso Canino – dovrebbero portare anche la Dg santé ad una seria riflessione: non solo sarebbe grave non considerare i vaporizzatori personali nella lotta al tabagismo, ma ancor peggio sarebbe continuare ad equiparare tali strumenti al fumo tradizionale”.
Da parte sua, l’istituzione europea ha ringraziato i partecipanti per aver condiviso le proprie opinioni, sottolineando “l’importanza del coinvolgimento delle parti interessate nel processo decisionale nell’ambito della politica della Commissione per legiferare meglio, nonché l’importanza di prove complete e solide per il processo decisionale”. La speranza è che queste parole riflettano davvero le intenzioni della Commissione e che questo incontro non sia solo l’ennesimo esercizio di forma da parte di chi decide del futuro di milioni di consumatori e di fumatori.

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