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Multilinguismo UE, il mediatore europeo apre indagine dopo denuncia Anpvu

L'associazione dei consumatori di sigarette elettroniche ha segnalato la Commissione per violazione del multilinguismo.

In seguito alla denuncia dell’associazione italiana dei consumatori di sigarette elettroniche Anpvu, il Mediatore europeo ha deciso di avviare un’indagine, ascoltando i rappresentanti della Commissione europea. Qualcuno ricorderà che lo scorso 25 novembre, come ampiamente riportato in questo articolo, il presidente di Anpvu Carmine Canino rifiutò di prendere parte al webinar organizzato dalla Direzione generale salute riservato ai membri del Beating Cancer Stakeholder Contact Group e dedicato al “Registro delle ineguaglianze sul cancro”. Il motivo della defezione dell’associazione italiana (che aveva comunque inviato un documento con le sue posizioni) risiedeva nella decisione della Dg Salute di svolgere i lavori esclusivamente in lingua inglese, senza offrire un servizio di interpretariato da e verso le altre lingue europee.

Carmine Canino (Anpvu)

Secondo Canino, che aveva avuto sul tema un fitto scambio di email con i funzionari di Bruxelles, questa modalità non solo rischiava di penalizzare alcuni partecipanti rispetto ad altri, ma era in palese violazione con uno dei pilastri della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea: il multilinguismo, in base al quale i cittadini hanno il diritto di comunicare in una qualsiasi delle 24 lingue con le istituzioni europee (che sono tenute a rispondere nella stessa lingua). È curioso poi, osserva Canino, che la lingua scelta dalla Commissione sia proprio l’inglese che, dalla Brexit in poi, non è rappresentata da nessuno Stato membro.
Lo stesso 25 novembre, Canino ha presentato una denuncia per il comportamento della Commissione al Mediatore europeo, che è la figura autorizzata ad accogliere e valutare le denunce dei cittadini contro le istituzioni dell’Unione. Nella giornata di ieri, Anpvu ha ricevuto una risposta. “La informiamo – si legge nella comunicazione a firma di Tina Nilsson, capo dell’Unità Gestione dei casi – che abbiamo deciso di avviare un’indagine sulla denuncia e di richiedere un incontro con i rappresentanti della Commissione europea al fine di ottenere ulteriori informazioni sulla prassi della Commissione in materia di fornitura di servizi di interpretazione durante le riunioni con i portatori di interessi”. Dunque, secondo il Mediatore, la denuncia dei consumatori italiani non è assolutamente priva di fondamento.
Non è, invece, possibile procedere sul secondo aspetto lamentato nella denuncia, cioè il fatto che l’inglese abbia mantenuto lo status di lingua ufficiale dopo la Brexit. “Il regime delle lingue ufficiali dell’Ue – spiega Nilsson – è stabilito dal Regolamento (CE) n. 1/19582 che elenca l’inglese tra le lingue ufficiali dell’Ue. Le valutazioni relative all’esclusione dell’inglese da tale regolamento riguardano il merito del diritto dell’Unione”. Quindi una questione legislativa, che non rientra nelle competenze del mediatore, che può esaminare solo le denunce che riguardano l’attività amministrativa delle istituzioni europee.
In attesa degli sviluppi dell’indagine del mediatore, speriamo che la Commissione smetta di adottare questa prassi nel monolinguismo, che utilizza non soltanto durante webinar e riunioni con portatori di interesse esterni, ma anche in tutte le consultazioni pubbliche, che spesso riguardano temi tecnici. Tutti i cittadini dell’Unione hanno il diritto di tutelare i propri interessi e partecipare alle consultazioni pubbliche. Anche quelli che non parlano l’inglese.

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