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Nuovo studio britannico: la sigaretta elettronica non introduce al fumo

I ricercatori smentiscono l'effetto gateway spostando l'analisi dal livello individuale a quello della popolazione.

La prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche tra la popolazione giovanile in Inghilterra non sembra essere associata ad aumenti o diminuzioni sostanziali della prevalenza del fumo”. Sono queste le conclusioni di un importante studio appena pubblicato sulla rivista Addiction, che potrebbe finalmente mettere la parola fine a tutte le speculazioni sul cosiddetto “effetto gateway”, secondo il quale l’uso dell’e-cig introdurrebbe i giovani al fumo. Questa suggestiva teoria ha fornito e fornisce la giustificazione a tutte le politiche proibizioniste nei confronti del vaping, dai divieti totali alle varie limitazioni, facendo passare in secondo piano i grandi benefici sanitari che l’e-cigarette porta ai fumatori.
Il lavoro in questione si intitola “Association of quarterly prevalence of e-cigarette use with ever regular smoking among young adults in England: a time–series analysis between 2007 and 2018” ed è stato condotto da tre noti ricercatori dello University College London: Emma Beard, Jamie Brown e Lion Shahab. Lo scopo era valutare come i cambiamenti nella prevalenza dell’uso delle sigarette elettroniche tra i giovani adulti siano stati associati a cambiamenti nella diffusione del fumo in Inghilterra tra il 2007 e il 2018, uno spettro temporale molto ampio. In passato alcuni studi osservazionali longitudinali hanno suggerito la presenza di questo tipo di associazione. Ma, come è stato spesso osservato, questi risultati potrebbero riflettere la cosiddetta “vulnerabilità condivisa”. In pratica gli adolescenti portati al rischio, sono propensi a sperimentare e utilizzare diversi strumenti e sostanze. Ed è questa caratteristica individuale a fare sì che gli stessi giovani che proverebbero le sigarette elettroniche avrebbero in seguito anche maggiori probabilità  di fumare sigarette, senza che vi sia un nesso di causalità fra le due cose.
Per evitare questo intoppo, i ricercatori hanno spostato l’analisi dal livello individuale a quello della popolazione. A questo scopo hanno utilizzato un approccio chiamato analisi delle serie temporali e misurato l’effetto gateway dello svapo, osservando l’associazione tra la prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche tra i giovani adulti e la prevalenza dell’iniziazione al fumo in generale, anche tra le persone che non hanno mai fumato. In sostanza, se esistesse un effetto gateway, quando cambia la prevalenza del vaping, dovrebbero esserci anche dei cambiamenti delle iniziazioni al fumo a livello di popolazione. Se, al contrario, questo effetto non esiste, le variazioni dell’uso della sigaretta elettronica non dovrebbero essere associate a cambiamenti nell’iniziazione al fumo tra i giovani.
Ed è proprio questa seconda ipotesi che ha trovato conferma nello studio. Gli autori, infatti, non hanno trovato nessuna associazione statisticamente significativa tra la prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche e l’aver mai fumato regolarmente (usato come indicatore dell’iniziazione) tra i soggetti di età compresa tra 16 e 24 anni. La metodologia usata, però, ha consentito di escludere un effetto gateway delle dimensioni comunemente riportate in letteratura, ma non di escludere effetti molto piccoli di ingresso o uscita dal fumo. “Questi risultati suggeriscono che i grandi effetti gateway riportati in studi precedenti possono essere esclusi, in particolare tra quelli di età compresa tra 18 e 24 anni – commenta infatti Emma Beard, autrice principale dello studio – Tuttavia, non possiamo escludere un effetto gateway minore e non abbiamo studiato persone di erà inferiore. Se le stime superiori fossero vere, stimiamo che dei 74 mila consumatori di sigarette elettroniche di età compresa tra i 16 e i 17 anni in Inghilterra, circa 7 mila diventerebbero fumatori abituali come conseguenza dell’uso di sigarette elettroniche. Allo stesso tempo, si stima che circa 50 mila fumatori smettano ogni anno grazie alla sigaretta elettronica”. Cifre che parlano da sole.
Questo studio suggerisce che non ci sono prove di un significativo effetto di ingresso nel fumo per chi usa la sigaretta elettronica”, commenta il professor Shahab, autore senior del lavoro. “Questi risultati – conclude – sono importanti visti i consigli contraddittori forniti da istituzioni sanitarie e governi in diversi Paesi. La ricerca fino ad oggi supporta la tesi secondo cui le sigarette elettroniche sono meno dannose del tabacco e aiutano i fumatori a smettere di fumare”.

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