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In Sudafrica i liquidi per sigarette elettroniche saranno soggetti ad una tassa del 25% inferiore a quella prevista per le sigarette tradizionali. Si tratterà di un prelievo che si applicherà in maniera orizzontale a tutti gli e-liquid, anche quelli che non contengono nicotina. A renderlo noto è stato il dirigente del Ministero dell’economia Chris Axelson, dopo che lo scorso dicembre il governo sudafricano aveva aperto una consultazione, proponendo appunto una tassa specifica sugli Ends (sistemi elettronici di somministrazione della nicotina) e gli Ennds (quelli senza nicotina). In un’intervista a BizNews, Axelson ha spiegato che questa “flat tax” che applica lo stesso tasso fiscale a tutti i liquidi è stata preferita alla tassa basata sul contenuto di nicotina, che sarebbe stata molto complicata da attuare. Nelle intenzioni del Ministero dell’economia, la misura potrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2023.
Non si sono fatte attendere le reazioni dei sostenitori della riduzione del danno da fumo. Africa Harm Reduction Alliance, l’organizzazione fondata dai medici Kgosi Letlape e Delon Human, aveva partecipato alla consultazione del governo, esortandolo a non tassare le sigarette elettroniche. “In qualità di esperti di sanità pubblica e della medicina – scrivevano i due – esortiamo fortemente il Ministero ad astenersi dal tassare i prodotti del vaping o, al massimo, a differenziare chiaramente le categorie fiscali in base al rischio per la salute individuale e della popolazione”. Si è concretizzata la seconda ipotesi. Ma, sebbene sia importante che il governo abbia riconosciuto una differenza fra il tabacco e le sigarette elettroniche, lo sconto del 25% non riflette la reale differenza di rischio fra i diversi prodotti.
Lo afferma il dottor Letlape, attualmente presidente della Africa Harm Reduction Alliance e già fondatore dell’Africa Medical Association ed ex presidente della South African Medical Association e della World Medical Association. “Una riduzione fiscale del 25% è meglio di niente – commenta – ma è sempre troppo. La tassa deve rendere i prodotti del vaping accessibili e convenienti. Al momento, hanno in media lo stesso prezzo delle sigarette”. Ma secondo Letlape il vero problema non è l’atteggiamento del Ministero dell’economia, che cerca di non perdere introiti, ma quello del Ministero della Salute, che segue “l’obsoleto proibizionismo dell’Organizzazione mondiale di sanità sui prodotti per la riduzione del danno alternativi al fumo”. Un problema che non è solo sudafricano.