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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 17 al 23 aprile

Mentre la Cina si prepara alle nuove regole, i cittadini indiani bocciano il divieto di sigaretta elettronica. Secondo uno studio americano i medici non sono al passo con la ricerca sul vaping e un documento britannico punta il dito contro la paura dell'innovazione.

CinaNel 2021 vendite per 3 miliardi di dollari e crescita annua del 36%. I produttori sono circa 1.500
La società di ricerche di mercato Forward Industrial Research Institute ha di recente fatto il punto sul mercato dei produttori del settore del vaping cinese. Secondo i dati raccolti, al momento il panorama imprenditoriale e commerciale conta circa 1.500 produttori di vaporizzatori e oltre 100.000 catene di fornitura di sigarette elettroniche e imprese di servizi correlate, che danno lavoro a circa 5,5 milioni di persone. La società di ricerca ha anche rivelato che nel 2021 le vendite domestiche di sigarette elettroniche sono state pari a circa 19,7 miliardi di yuan , con una crescita annua del 36%. E tuttavia, fra pochi giorni, il mercato globale del vaping potrebbe subire un duro contraccolpo a causa del nuovo assetto regolatorio cinese.

UsaStudio: la ricerca sull’e-cig avanza, ma i medici non tengono il passo
L’aggiornamento dei medici riguardo agli sviluppi della ricerca scientifica sugli effetti della sigaretta elettronica deve tenere il passo degli studi che vengono pubblicati con ritmi sempre maggiori. Correggere le percezioni errate e incardinare le novità emergenti nel contesto della riduzione del danno sono passaggi necessari per una corretta consulenza ai pazienti, in questo caso ai fumatori. Sono le conclusioni cui giunge uno studio della Rutgers University nel New Jesrsey, intitolato “Communication Between US Physicians and Patients Regarding Electronic Cigarette Use” e realizzato da Cristine D. Delnevo del Rutgers Center for Tobacco Studies e Michelle Jeong e Arjun Teotia della Facoltà di medicina della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School. La ricerca, condotta attraverso un sondaggio trasversale effettuato nel biennio 2018-2019, è stata focalizzata sui medici americani e mirava a capire quel che essi comunicano ai loro pazienti sul tema della sigaretta elettronica. Uno dei risultati dell’inchiesta è apparso di per sé sconfortante: il 60% dei medici riteneva erroneamente che tutti i prodotti del tabacco (comprese le sigarette elettroniche) fossero ugualmente dannosi. Al contrario i medici più propensi a consigliare la sigaretta elettronica sono risultati gli pneumologi, i cardiologi, i medici sostenitori una prospettiva di riduzione del danno e quelli che avevano essi stessi fumato. Il consiglio dei due autori è quello di lavorare a fondo sulla consapevolezza dei medici e sul loro aggiornamento riguardo agli studi scientifici in materia, per correggerne le percezioni errate e rafforzare la strategia della riduzione del danno. Lo studio è stato pubblicato su Jama Network Open.

Studio: bisogna correggere le errate percezioni dei medici sull’e-cigarette

 

IndiaL’86% dei cittadini boccia le politiche anti-vaping del governo e il divieto delle sigarette elettroniche
Una sonora bocciatura per le politiche anti-vaping del governo indiano arriva da un sondaggio condotto da Provaddo, un’agenzia di ricerca specializzata nell’opinione pubblica globale. Il sondaggio s’intitola “Survey of Current & Former Smoke-Free Product Users: India” e rivela che che la maggior parte degli interpellati crede nell’uso di alternative più sicure del tabacco. L’86% afferma che le sigarette elettroniche e i prodotti a base di tabacco riscaldato costituiscono un’alternativa migliore alle sigarette tradizionali e l’87% ritiene che i prodotti dovrebbero essere messi a disposizione dei fumatori adulti. Non è un caso che, da quando il governo ha introdotto il divieto per le e-cig, la maggior parte degli ex fumatori che erano passati allo svapo sono tornati a fumare o hanno dovuto far ricorso all’acquisto illegale dei prodotti. “Questo è il sondaggio indipendente più significativo che abbiamo visto uscire dall’India dal suo divieto di svapo del 2019”, ha detto Nancy Loucas, coordinatrice esecutiva della Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (Caphra) “e mostra una richiesta schiacciante al governo di revocare il divieto e regolare l’accesso a prodotti a base di nicotina più sicuri”. Per la rappresentante dell’associazione che promuove politiche di riduzione del danno “il governo indiano deve riconsiderare urgentemente il suo divieto di svapo che chiaramente non sta funzionando. Gli indiani continuano a cercare alternative al fumo, ma sono costretti a tornare a fumare o a entrare nel mercato nero con prodotti non regolamentati. È una terribile situazione sanitaria per le persone del popoloso subcontinente”.

SveziaL’addio agli aromi mette a rischio di ricaduta nel tabacco oltre 150 mila svapatori
Migliaia di svapatori svedesi rischiano di tornare nelle grinfie del tabacco qualora il governo dovesse condurre in porto la proposta di vietare i liquidi aromatizzati nelle sigarette elettroniche. L’allarme è stato rilanciato dalla  dalla World Vapers’ Alliance. Diversi studi hanno dimostrato che che chi usa l’e-cigarette ha più del doppio delle probabilità di smettere di fumare se utilizza liquidi aromatizzati, ha detto Michael Landl, direttore di WVA: se venissero banditi, 150.000 vaper, quasi l’equivalente dell’intera popolazione di Uppsala, sarebbero a rischio. “È preoccupante che un Paese come la Svezia, famoso per il suo pragmatismo, stia adottando un approccio così pesante nei confronti dello svapo”, ha concluso Landl, “i politici hanno perso il buon senso, questa sarebbe una grave battuta d’arresto nella lotta contro il fumo e le malattie ad esso correlate”.

Corea del SudCala il tasso dei fumatori, per la prima volta sotto il 20%
Diminuisce il tasso dei fumatori sud-coreani di età superiore ai 19 anni e per la prima volta scende al di sotto del 20%. Il dato, come riferisce l’agenzia di stampa Yonhap citando un nuovo studio di Statistics Korea, si riferisce a rilevazioni del 2020. In dettaglio, la quota dei fumatori adulti coreani è scesa al minimo storico del 19,2%, in calo di 1 punto percentuale rispetto al 20,2% dell’anno precedente. Ma la diminuzione risulta più vistosa se raffrontata su un arco di tempo decennale: rispetto al 26,9% del 2010, il calo è stato infatti di 7,7 punti percentuali. I risultati riguardano coloro che hanno consumato più di cinque pacchetti di sigarette nel corso della loro vita e, al momento della rilevazione statistica, stavano ancora fumando. Secondo i ricercatori che hanno realizzato il sondaggio, persiste una enorme distanza tra uomini e donne, in Corea del Sud a favore di queste ultime: a una quota maschile del 33% di fumatori corrisponde infatti un tasso femminile che si ferma al 5,5%. Tutte e due i dati sono comunque in calo rispetto alla rilevazione precedente. Gli esperti attribuiscono il declino del fumo alla crescente consapevolezza pubblica per i temi della salute e alla spinta del governo contro il fumo, che si è però limitata a un progressivo aumento del prezzo delle sigarette tradizionali. Ci si domanda quali successi si potrebbero ancora raggiungere qualora il governo abbracciasse politiche per la riduzione del danno legate a strumenti innovativi come le sigarette elettroniche.

Gran BretagnaStudio: quella paura dell’innovazione che penalizza le e-cig (e la salute dei cittadini)
L’applicazione preventiva ed eccessiva del principio di massima precauzione che molti Paesi hanno adottato nei confronti della sigaretta elettronica ha rallentato la diffusione delle politiche di riduzione del danno, con grave pregiudizio per la salute pubblica. È un punto sviluppato da un documento di discussione intitolato “Vaper Trails new nicotine products and the innovation principle”, curato da Victoria Hewson e Christopher Snowdon per il think tank britannico Institute of Economic Affairs (Iea). I vantaggi dell’innovazione sono difficili da prevedere e quantificare e spesso la paura delle conseguenze spinge a evitare il rischio, adottando regolamentazioni che ostacolano il progresso, scrivono gli autori. Il caso delle e-cig è emblematico: i prodotti innovativi a base di nicotina come le sigarette elettroniche sono stati associati a forti cali dei tassi di fumatori in molti Paesi, eppure altri governi li hanno vietati sulla base del principio di precauzione. “Chi si oppone alla riduzione del danno da tabacco – è la conclusione cui giungono Hewson e Snowdon – tende a concentrarsi sui potenziali rischi di prodotti alternativi, piuttosto che sui rischi relativi al fumo. Questo è un errore”.

Sigarette elettroniche, fra paura dell’innovazione e principio di precauzione

 

 

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