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Sigaretta elettronica e riduzione del danno per salvare l’Africa dal fumo

Un nuovo documento del Gsthr illustra le potenzialità dell'harm reduction nell'area subsahariana.

C’è urgente bisogno di strategie di riduzione del danno da fumo nei Paesi dell’Africa subsahariana. È l’appello lanciato nel documento informativo pubblicato oggi dal Global State of Tobacco Harm Reduction (Gsthr), progetto della fondazione britannica Knowledge Action Change, e redatto fa Chimwemwe Ngoma (in foto), fondatore di Thr Malawi. Nell’area, spiega l’autore, si contano ogni anno 200 mila decessi legati al fumo e, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale di sanità, il numero dei consumatori di tabacco in tutto il continente arriverà a 62 milioni nel 2025. Purtroppo, però, non solo manca il sostegno ai fumatori che vogliono smettere di fumare, ma sistemi sanitari di molti Paesi non sono in grado di far fronte all’impatto sulla salute del consumo di tabacco.
Per questo i prodotti che riducono il danno da fumo, come le sigarette elettroniche, potrebbero portare beneficio tanto alla salute dei consumatori quanto ai sistemi sanitari. Nel documento Ngoma offre un’analisi dello stato attuale della riduzione del danno da tabacco nei 48 paesi dell’Africa subsahariana, considerando anche il ruolo economico del tabacco nella regione e fornendo una guida Paese per Paese sulla disponibilità e la situazione legale di prodotti più sicuri a base di nicotina. Rileva che sono stati compiuti passi avanti nella riduzione del danno da tabacco grazie al lavoro dei gruppi di difesa dei consumatori che offrono ai consumatori informazioni accurate sulle sigarette combustibili e sui prodotti a base di nicotina.
Ma non è abbastanza. Infatti, continua Ngoma, la disponibilità di prodotti come le sigarette elettroniche rimane scarsa in molti Paesi dell’area e per molti fumatori è impossibile accedervi. Mancano adeguate regolamentazioni per la sicurezza dei prodotti ed è presente una disinformazione diffusa e deliberata sui prodotti a rischio ridotto, mentre istituzioni sanitarie e governi non sono consapevoli del potenziale di riduzione del danno del tabacco. Insomma, c’è ancora molto da fare per il futuro. “Per sconfiggere il fumo – conclude infatti l’autore – è necessario che nell’Africa subsahariana i prodotti più sicuri a base di nicotina che siano più abbordabili, accessibili e culturalmente accettabili, oltre che regolamentati in maniera appropriata. Perché ciò avvenga, i governi in Africa dovrebbero impegnarsi rimanere indipendenti, condurre le proprie valutazioni di impatto socioeconomico e attuare politiche basate sulla scienza che adottino la riduzione del danno da tabacco”.

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