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La Cina pianifica anche il possesso personale di sigarette elettroniche

Dopo aver vietato gli aromi, gli atomizzatori ricaricabili, l'organizzazione di eventi fieristici, l'importazione dall'estero, stabilito anche il numero di dispositivi e la quantità di liquido che ogni persona può detenere in casa.

La Cina pianifica la distribuzione e il possesso personale di sigarette elettroniche e liquidi di ricarica. Dopo aver dato una stretta alle regole di produzione e vendita, tocca adesso ai consumatori adeguarsi alla rigidità imposta dal Partito Comunista cinese.
Secondo una circolare dell’autorità che governo il monopolio di tabacco e sigarette elettroniche, una persona può possedere non più di sei dispositivi per il vaping (sigarette elettroniche usa e getta o dispositivi precaricati), 90 pod precaricate per sigarette elettroniche e 180 millilitri di liquido. La regola vale per tutti i privati, le cui abitazioni potranno essere perquisite nel caso ci sia il sospetto di una detenzione di prodotti del vaping maggiore di quella consentita. Anche gli acquisti online e le spedizioni attraverso i corrieri hanno subito una stretta: ogni pacco potrà contenere al massimo due dispositivi per il vaping o accessori, sei pod precaricate e 12 millilitri di liquido di ricarica.
Queste limitazioni vanno ad aggiungersi a quelle già introdotte nel corso dell’anno, tra cui divieto di importazione, obbligo di iscrizione al pubblico registro delle attività del tabacco, acquisti all’ingrosso obbligatori dal fornitore unico cinese, divieto di organizzare eventi fieristici ed espositivi, divieto di liquidi aromatizzati e divieto di sistemi aperti.

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