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Passare alla sigaretta elettronica riduce i rischi anche per la vescica

Uno studio tedesco dimostra che le sostanze cancerogene nelle urine dei vaper non sono diverse da chi non utilizza nicotina o tabacco.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Omega della American Chemical Society conferma ancora una volta l’efficacia della sigaretta elettronica anche per ridurre i tumori alla vescica, molto frequenti nei fumatori. Il lavoro si intitola “Assessment of the Exposure to Aromatic Amines in Users of Various Tobacco/Nicotine Products” ed è stato condotto da quattro ricercatori dell’Analytisch-Biologisches Forschungslabor in Germania: Gerhard Scherer, Kirsten Riedel, Nikola Pluym e Max Scherer. Come si comprende dal titolo, confrontando gli utilizzatori di diversi prodotti di tabacco e con nicotina, lo studio ha misurato la presenza nelle urine di ammine aromatiche come l’orto-toluidina, il 2-aminonaftalene e il 4-amminobifenile, agenti cancerogeni della vescica umana che si trovano in vari luoghi di lavoro, nell’aria ambiente, nei prodotti alimentari, come così come nel fumo di tabacco.
Lo studio clinico ha osservato utilizzatori abituali di sigarette combustibili, di sigarette elettroniche, di prodotti del tabacco riscaldato, tabacco orale e terapie sostitutive con nicotina. Vi erano poi un gruppo che non utilizzava alcun prodotto a base di tabacco o nicotina, che fungeva da gruppo di controllo. Tutti i partecipanti allo studio clinico sono stati sottoposti a un periodo di isolamento di 74 ore, durante il quale i ricercatori hanno studiato l’esposizione alle tre ammine aromatiche già citate e al 3-amminobifenile, misurandole nelle urine.
I risultati sono molto interessanti. I livelli più alti di tutte le ammine misurate sono stati riscontrati nei fumatori ed erano significativamente più elevati rispetto al gruppo di controllo e ai non fumatori. Ma la cosa più importante è che i livelli urinari delle ammine per gli utilizzatori di sigaretta elettronica, terapie sostitutive con nicotina (prevalentemente gomme), tabacco orale (prevalentemente snus) e riscaldatori di tabacco “non erano – scrivono gli autori – significativamente diversi da quelli di chi non utilizzava alcun prodotto”. I consumatori di prodotti a tabacco riscaldato, però, mostravano escrezione di tre ammine (orto-toluidina, 3-amminobifenile e 4-amminobifenile) più elevata rispetto agli altri tre gruppi.
Anche i marcatori di dose come il consumo giornaliero e la nicotina urinaria mostravano una correlazione con la presenza di ammine aromatiche nelle urine solo nei fumatori e non negli altri gruppi. “In conclusione – si legge nello studio – contrariamente al fumo di sigarette combustibili, non è stato osservato che l’uso di sigarette elettroniche, prodotti a tabacco riscaldato, gomme alla nicotina e tabacco orale sia associato a un’esposizione significativa alle ammine aromatiche orto-toluidina, 2-aminonaftalene, 3-amminobifenile e 4-amminobifenile. Il leggero aumento osservato nelle escrezioni di orto-toluidina, 3-amminobifenile e 4-amminobifenile negli utilizzatori di tabacco riscaldato deve essere verificato in studi più ampi”.

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