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Innco sconfessa la lettera a Bloomberg sulle sigarette elettroniche

Il comitato direttivo non ha apprezzato i toni usati da Gardner. È probabile un cambio ai vertici dell'associazione.

C’è del malumore all’interno di Innco, la rete internazionale dei consumatori di nicotina fondata nel 2016 che raccoglie molte associazioni di consumatori di sigarette elettroniche e altri prodotti a rischio ridotto. Il comitato direttivo, composto da membri di diverse organizzazioni nazionali, non ha gradito la veemente lettera aperta che lo scorso 24 gennaio il direttore esecutivo Charles Gardner ha indirizzato a Michael Bloomberg. Dichiarando di ispirarsi alla famosa lettera sull’Aids che il drammaturgo Larry Kramer negli anni Ottanta indirizzò al direttore dell’Istituto per le malattie infettive Anthony Fauci, il direttore di Innco accusa il miliardario statunitense di essere il motore della campagna mondiale contro la sigaretta elettronica. E senza mezzi termini, lo accusa di omicidio. “Spendi oltre 150 milioni di dollari all’anno per promuovere politiche che impediscono a 1,3 miliardi di persone che usano forme tossiche di tabacco di accedere ad alternative più sicure – scrive Gardner – E io questo lo chiamo omicidio”.
Toni evidentemente troppo forti per il comitato direttivo, che sconfessa il suo esponente, dichiarando l’intenzione di ritirare la lettera. “Pur con buone intenzioni ed esprimendo la profonda frustrazione provata da molti consumatori e sostenitori per la feroce opposizione alla riduzione del danno istigata da molte organizzazioni finanziate da Bloomberg – recita un comunicato stampa firmato dal presidente Rob de Lange dell’associazione olandese Acvoda – il comitato ritiene che il tono e il linguaggio eccessivamente aggressivi espressi in questa lettera siano inappropriati”. Innco assicura che la sua etica si basa prima di tutto su “un processo di dialogo costruttivo e una comunicazione sincera ma educata”, esprimendo il suo rammarico se qualcuno si è sentito offeso dai commenti negativi di Gardner o se la reputazione e gli standard dell’organizzazione risultano compromessi.
Lo scopo di Innco, continua il comunicato, è rappresentare gli interessi di oltre 100 milioni di consumatori di prodotti alternativi e di 1,4 miliardi di fumatori che possono trarre beneficio dalla riduzione del danno da fumo e sono esclusi dai processi decisionali. “A tal fine – conclude de Lande – continuiamo a impegnarci in un rispettoso dialogo, cercando la discussione e mantenendo una condotta professionale non solo con Michael Bloomberg, ma con tutte le legittime parti interessate”. Insomma, l’iniziativa di Charles Gardner non sembra proprio essere andata giù al comitato direttivo. Ma c’è di più. Oggi dal sito di Innco è sparita la figura di Charles Gardner come direttore esecutivo, il che fa pensare a  un imminente cambio al vertice dell’organizzazione.

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