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Una stangata fiscale sta per abbattersi sul mondo del tabacco e liquidi da inalazione. Per recuperare risorse, il governo ha deciso di aumentare tutti i prelievi derivanti dal comparto dei tabacchi controllato dall’Agenzia delle dogane e monopoli. Secondo quanto sta circolando presso il ministero dell’economia, anche su suggerimento delle agenzie controllate, il 2024 vedrà rincarare il prezzo delle sigarette, del tabacco trinciato e da riscaldare e, soprattutto, dei liquidi da inalazione per sigarette elettroniche. I numeri su cui sta ragionando il ministro Giorgetti porterebbe in un sol colpo la tassa sul tabacco al 49,9 per cento, mentre lo sconto sull’imposta di consumo sulle sigarette elettroniche verrebbe ritoccato di 3 punti percentuali. In soldoni, si passerebbe da circa 1 euro e circa 1,5 euro a circa 1,5 e circa 2 euro per flacone da 10 millilitri rispettivamente senza e con nicotina; di fatto un aumento netto del 50% per i liquidi senza nicotina e del 35% per quelli con nicotina. Percentuali che farebbero impallidire qualsiasi analista economico. Un siffatto aumento, dalla sera alla mattina, avrebbe pesanti ripercussioni sul mercato lecito a favore del mercato nero e parallelo e di strade alternative ed elusive. Nel computo oltre all’imposta vera e propria, bisogna anche considerare l’aumento del tabacco che è il punto di partenza per calcolare l’ammontare del prelievo sui liquidi. Anche il tabacco da riscaldare verrebbe ritoccato al rialzo, spalmando il rincaro in tre anni: si inizierebbe nel 2024 con un’aliquota del 39 per cento sul prezzo del tabacco sino a raggiungere il 42,5 per cento nel 2026. Maxi aumento anche per il tabacco trinciato che subirebbe una imposizione fiscale pari 61 per cento di quella del tabacco tradizionale.
Secondo le previsioni, dall’aumento delle tasse sui tabacchi e liquidi da inalazione il governo avrebbe calcolato di introitare almeno 120 milioni di euro.