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Sono i prodotti con nicotina e tabacco nuovi ed emergenti (tradotto dal linguaggio burocratico, sigarette elettroniche ed altri prodotti a rischio ridotto) una delle tre principali sfide che la Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Organizzazione mondiale di sanità deve affrontare. Lo ha affermato il capo del segretariato della Convenzione, Adriana Blanco Marquizo, in apertura dei lavori della decima Conferenza delle parti, trasmessa online ieri a Panama con svariate ore di ritardo rispetto al suo svolgimento, anche se avrebbe dovuto essere in diretta. Blanco Marquizo ha definito la disponibilità di questi nuovi prodotti “un problema molto preoccupante, poiché assistiamo a un aumento allarmante nell’uso di questi prodotti da parte dei giovani”. Parte di questa diffusione, ha continuato, è dovuta “ai messaggi fuorvianti dell’industria del tabacco che dipingono questi prodotti come sostituti di reali misure di controllo del tabacco”. Le altre sfide due sfide, per la cronaca, sono la lenta attuazione della Convenzione e l’interferenza dell’industria del tabacco.
Le parole di Blanco Marquizo hanno riecheggiato quelle di Rudiger Krech, direttore del Dipartimento salute dell’Oms, intervenuto poco prima di lei. Krech si era rallegrato per la diminuzione dei tassi di fumo globali, passati dal 33% del 2000 al 22% odierno, accreditando il successo al lavoro della convenzione. “Le sigarette elettroniche – ha poi aggiunto – sono l’eccezione a questo trend positivo”. Menzionando l’aumento dell’uso di questi prodotti da parte di giovani e minori, Krech ha rinnovato l’appello lanciato lo scorso dall’Oms a “prendere misure decise e forti per impedirlo”. Fra le azioni consigliate vi erano vietare completamente e-cigarette e altri prodotti o, se se ne consentiva la commercializzazione, limitarne l’attrattività vietando gli aromi, limitando la concentrazione di nicotina e applicando pesanti misure fiscali. “Una società in salute – ha concluso Krech esemplificando la visione dell’Oms – deve essere una società senza tabacco e senza nicotina”.
Ironicamente, quello meno celebrativo è stato il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus, che ha affidato il suo saluto a un video. Pur complimentandosi per i successi della Convenzione, nel suo breve intervento ha ricordato che il fumo rimane una delle principali minacce sanitarie, che uccide 8,7 milioni all’anno. E rimane un’emergenza soprattutto nei i paesi a medio e basso reddito, dove resta ancora molto da fare. La soluzione, per Gebreyesus, rimane quella di accelerare l’attuazione della convenzione, proteggendosi dall’interferenza dell’industria del tabacco.
Insomma, dai discorsi introduttivi appare certo che le sigarette elettroniche e gli altri prodotti alternativi al fumo saranno uno dei temi centrali di questa Cop10. E appare altrettanto certo che il segretariato della Convenzione e l’Oms cercheranno di portare avanti un’agenda di restrizioni e divieti. Come noto, i lavori della Cop10 si tengono per la maggior parte a porte chiuse, escludendo osservatori e stampa. Una mancanza di trasparenza criticata da più parti che rende difficile conoscere e controllare i processi decisionali e le loro reali motivazioni.
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