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Attacco frontale dell’Oms alla sigaretta elettronica: vietare gli aromi

In una call to action l'organizzazione condanna senza appello il vaping. Critiche da consumatori e sostenitori della riduzione del danno.

Un nuovo pesante attacco contro la sigaretta elettronica arriva oggi dall’Organizzazione mondiale di sanità. Poche ore fa, infatti, l’Oms ha lanciato invito all’azione, esortando ad intraprendere “azioni urgenti e risolute – così si legge nel testo della call to action – per impedire l’uso delle delle sigarette elettroniche, che sono dannose per la salute, per proteggere i minori, così come i non fumatori e ridurre al minimo i danni alla salute della popolazione”. Lo stesso tono allarmistico si ritrova nelle dichiarazioni del direttore generale, l’etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, diffuse tramite un comunicato stampa. “I minori vengono attirati e intrappolati in tenera età nell’uso delle sigarette elettroniche, rischiando di diventare dipendenti dalla nicotina – ha affermato – Esorto i Paesi ad attuare misure rigorose per prevenirne l’iniziazione e per proteggere i loro cittadini, soprattutto i loro bambini e i loro giovani”.
Quali sono le misure suggerite dall’Oms è presto detto. I Paesi che vietano le sigarette elettroniche (34 in tutto il mondo) devono rafforzare l’attuazione del divieto, garantendone l’applicazione. Quelli che, invece, ne consentono la commercializzazione dovrebbero applicare norme per ridurre la loro attrattività, vietando tutti gli aromi nei liquidi, limitando la concentrazione e la qualità della nicotina e applicando tasse specifiche. Ma non finisce qui. Perché oltre a sponsorizzare il ricorso a metodi “sperimentati” per smettere di fumare, come i numeri verdi gratuiti, i servizi per la cessazione digitali o su telefono cellulare e le terapie approvate, l’Organizzazione ha un suggerimento bomba. I Paesi non devono attuare strategie di lotta al fumo che consentano la vendita delle sigarette elettroniche come prodotto di consumo. “Le condizioni alle quali si accede ai prodotti per la cessazione – si legge ancora nel testo dell’Oms – dovrebbero essere controllate per garantire condizioni cliniche adeguate, e i prodotti dovrebbero essere regolamentati come medicinali, anziché consentirne la vendita come prodotti di consumo”.
Insomma, dove non si riesce a vietare completamente il vaping, questo deve essere privato di gran parte delle caratteristiche che ne hanno decretato il successo fra i fumatori (per esempio la varietà di aromi) e consegnato al mondo medico e all’industria farmaceutica. Per il resto, l’Oms non fa nessuna concessione alla riduzione del danno, né mostra di tenere in minima considerazione i milioni di fumatori che in tutto il mondo hanno smesso di fumare con la sigaretta elettronica. Anzi, ne nega l’efficacia per la cessazione, in barba a una grande quantità di studi scientifici e di revisioni (compresa quella Cochrane), esagerando i rischi e le tossicità del vaping. Questo invito all’azione dell’Organizzazione mondiale di sanità è accompagnata da un campagna social che mostra la sigaretta elettronica come una trappola per topi.
Non si sono fatte attendere le prime reazioni dai sostenitori della riduzione del danno. L’organizzazione Smoke Free Sweden invita l’Oms a guardare al loro Paese, che è riuscito a raggiungere il più basso tasso di fumo in Europa, solo il 5,6%, rendendo prontamente disponibili ai fumatori le alternative come le sigarette elettroniche. Questo ha fatto sì che, rispetto agli altri Paesi europei, in Svezia si registri il 44% in mento di morti fumo-correlate, il 41% in meno di cancri al polmone e il 38% in meno di morti per cancro. Critiche veementi arrivano anche dalla rete internazionale di associazioni dei consumatori World Vapers’ Alliance. “La posizione dell’Oms sugli aromi nei liquidi per lo svapo è non solo fuorviante, ma anche pericolosamente lontana dalla realtà scientifica – afferma il direttore Michael Landl –  Invocando un divieto totale, l’Oms ignora palesemente una ricchezza di prove scientifiche che sottolineano i vantaggi del vaping rispetto alle alternative. È stato dimostrato che l’uso degli aromi aumenta le possibilità di successo di smettere di fumare del 230% rispetto alle alternative non aromatizzate. È spaventoso vedere uno strumento così fondamentale per la salute pubblica essere respinto da un’organizzazione che dovrebbe essere in prima linea nella riduzione del danno”.
Sottolineando che il vaping riduce del 95% il danno del fumo ed è più efficace di gomme e cerotti per smettere di fumare, l’associazione esorta i politici e i responsabili sanitari di tutto il mondo a respingere le raccomandazioni dell’Oms e ad adottare un approccio più equilibrato e basato sull’evidenza nella regolamentazione del vaping. “Chiediamo politiche che rispettino i diritti e le scelte dei fumatori adulti – conclude Landl – affrontando al tempo stesso in modo efficace il problema dello svapo giovanile, senza ricorrere a misure che annullerebbero i progressi ottenuti nella cessazione del fumo”.

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