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di Teodoro Brandis
La Russia avanza prepotentemente nel mercato del vaping. Secondo l’associazione Vaping Alliance nel 2016 il giro d’affari del Paese ha superato i 280 milioni di dollari, nonostante il numero ancora risicato di vaper: circa 1,5 milioni. Il totale stimato dei fumatori russi invece è di circa 55 milioni. Per avere un metro di paragone con l’Italia, secondo i dati dell’Iss i consumatori abituali e duali di sigaretta elettronica sarebbero circa 2,5 milioni, a fronte di 15 milioni di fumatori. La forbice italiana è dunque minore ma i margini di crescita della Russia sono ben più ampi. Le previsioni dicono che nei prossimi dodici mesi potrebbe triplicare, sfiorando dunque il miliardo di dollari.
Il punto di forza del mercato russo è che non ha ancora regolamentato il settore. Le aziende produttrici, cioé, possono vendere senza dover sottostare alle regole stringenti della Tpd per l’Europa o della Fda per gli Stati Uniti.
L’ultima campagna elettorale del partito comunista russo ha puntato sul rinnovamento dell’immagine e della comunicazione. Obiettivo: raggiungere le fasce più giovani della popolazione. Stalin, Lenin e Marx sono stati rappresentati in abiti moderni, con computer telefonino e sigaretta elettronica. Segno dei tempi che cambiano anche nella Grande Madre Russia.