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Dal Regno Unito un nuovo rapporto sui rischi tossicologici della sigaretta elettronica

Nelle sessanta pagine redatte dal Comitato sulla Tossicità la sigaretta elettronica è fortemente consigliata come strumento per smettere di fumare nell'ambito di una politica di riduzione dei rischi associati al fumo.

Utilizzare la sigaretta elettronica con liquidi tracciati e seguendo le indicazioni dei produttori riduce notevolmente il rischio di effetti avversi sulla salute. È l’importante conclusione a cui è arrivato il Comitato britannico sulla tossicità delle sostanze chimiche negli alimenti, nei prodotti di consumo e nell’ambiente (Cot) e che lo ha messo nero su bianco nell’ultimo rapporto sui potenziali rischi tossicologici dei sistemi elettronici di rilascio della nicotina, ovvero le sigarette elettroniche. Le sessanta pagine del rapporto raccomandano la sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare nell’ambito di una politica di riduzione dei rischi associati al fumo. Lo studio è stato finalizzato a valutare il rischio tossicologico “assoluto” dei vapori della sigaretta elettronica ma anche il suo rischio “relativo” rispetto al consumo di sigarette di tabacco.
Per fare questo, il Comitato ha esaminato molte variabili come gli ingredienti dei liquidi ma anche la composizione del vapore e la fattura delle componenti meccaniche e elettroniche dei dispositivi . Il comitato ha inoltre studiato i lavori scientifici riguardanti il rischio potenziale per i vapers e il loro entourage, specificando che gli studi effettuati in vitro sono stati esaminati in modo “meno dettagliato” a causa della “grandissima quantità di letteratura ad oggi disponibile”. Sono stati analizzati gli studi sulla sigaretta elettronica effettuati sino alla metà del 2019: il comitato ha aggiunto che non ha potuto verificare gli studi apparsi tra l’inizio della stesura del rapporto. e la sua pubblicazione, periodo durante il quale ne sono stati pubblicati più di novecento. Altro elemento di difficoltà è dovuto al dinamismo del mercato del vaping: “La scienza non riesce a stare al passo con l’innovazione del settore. Quando si pubblica uno studio su un prodotto, molto spesso quel prodotto è già vecchio, fuori mercato”. La mole di ricerche esistenti sono difficilmente comparabili tra loro perché, rileva il Comitato, “ognuno utilizza liquidi o device differenti. Differenze che influenzano – e anche molto – i risultati della ricerca scientifica. Infatti, il vapore prodotto da un liquido che contiene ad esempio l’1 per cento di aroma sarà molto diverso dal vapore prodotto da un liquido che ne contiene il 10 per cento. Così come i risultati cambiano a seconda della resistenza e dell’atomizzatore utilizzato”.
Il rapporto rileva che la tossicità associata all’esposizione al glicole propilenico (Pg) è “estremamente bassa“. Osserva solo che in “rari casi” e in grandi dosi somministrate oltretutto per via endovenosa nell’uomo, può causare acidosi metabolica e disfunzione renale. Il COT ricorda infine che il PG non è considerato genotossico o cancerogeno . L’esposizione prolungata negli esseri umani, tuttavia, può causare irritazione agli occhi e alla gola, tosse, bruciore di naso e bruciore.
Come per il glicole propilenico, il comitato ha puntualizzato anche la glicerina vegetale (Vg) “generalmente non è associata ad effetti avversi” non essendo considerata genotossica o cancerogena. Aggiunge, però, che può essere leggermente irritante per gli occhi.
Tra le migliaia di aromi presenti sul mercato, il Comitato ha scelto di concentrare la sua ricerca sui quattro principali: mentolo, vanillina, cinnamaldeide e mentone. Per quanto riguarda il mentolo, molti studi sono già stati effettuati senza mai mostrare alcun effetto dannoso. Il comitato rileva quindi che, sia che si tratti di mentolo o della sua presenza nel fumo di sigarette combustibili, “non sono stati osservati effetti nocivi che potrebbero essere attribuiti ad esso“. La molecola è tuttavia nota per essere irritante per le vie respiratorie dopo l’inalazione. Non è considerato mutageno o cancerogeno. La vanillina, da parte sua, presenta un potenziale preoccupante riguardante la formazione di acetali a contatto con Pg o Vg nell’aerosol di un vaporizzatore personale, a temperatura ambiente. È anche, secondo la ricerca COT, un irritante sensoriale per i vapers. Osserva inoltre che, sebbene vi siano risultati contrastanti riguardo alla mutagenicità della vanillina, generalmente non è considerata tale. Al momento non sono stati effettuati studi a dosi ripetute, sulla riproduzione o sulla cancerogenicità con la vanillina per via inalatoria. Vari dati indicano invece che la cinnamaldeide può agire come irritante per le vie respiratorie nei vapers. È anche in grado di causare irritazione alla pelle, sia negli animali che nell’uomo. Ci sono pochi dati sulla sua mutagenicità.  Non sono stati infine identificati studi a dosi ripetute, riproduzione o cancerogenicità condotti con cinnamaldeide per inalazione. Per quanto riguarda la tossicità del mentone, il Toc indica che c’è una grande mancanza di dati su questo prodotto.
Analizzando i liquidi pronti, il comitato ha riscontrato a volte la presenza di impurità, sottolineando però come “spesso a livelli bassi o in una traccia” . Rimarcando ancora una volta che gli studi sui vapori delle sigarette elettroniche sono difficilmente verificabili se non utilizzando lo stesso liquido e lo stesso dispositivo, Il Comitato inglese sottolinea anche che i risultati di alcuni studi sollevano perplessità, in particolare a causa dell’utilizzo delle cosiddette macchine del fumo che non riproducono necessariamente condizioni di svapo considerate normali o realistiche. Il comitato infine segnala che i rischi causati dal cosiddetto vapore passivo sono “estremamente bassi”.

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