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Il Marocco ricalca l’Europa e insegue l’Italia: nicotina limitata e tassa sulle sigarette elettroniche

I produttori di liquidi di ricarica pagheranno una imposta di circa 163 dollari in fase di acquisto primario della nicotina.

Il Marocco si avvicina all’Europa. O meglio, la prende a modello per regolamentare il mercato delle sigarette elettroniche e dei liquidi da inalazione. Visto l’alto tasso di permeabilità straniera nel territorio nordafricano, la prossima legge finanziaria introdurrà nuove disposizioni volte a fare un po’ di ordine in una materia che – a detta del ministro della salute – sta facendo discutere e provocando confronto in tutti i paesi del mondo. L’ipotesi è di limitare il contenuto di nicotina a 20 milligrammi per millilitro, così come già introdotto cinque anni fa dalla direttiva europea sui tabacchi. Cosa che non cambierebbe di molto il mercato marocchino perché la quasi totalità dei liquidi è già d’importazione europea e dunque già in linea con il limite. La novità però riguarda la tassazione: i liquidi saranno tassati in base al quantitativo di nicotina. Ricalcando una vecchia ipotesi che tempo fa venne sposata dai produttori italiani ma non accolta dal nostro governo, il Marocco introdurrà l’imposta sulla nicotina alla fonte. In pratica, in fase di acquisto i produttori pagheranno l’equivalente di 163 dollari per ogni chilogrammo di nicotina industriale. Il versamento all’erario sarà dunque a cura dell’azienda primaria di produzione. Da quel momento il prezzo al pubblico sarà stabilito dai  vari passaggi di compravendita senza alcun obbligo erariale o amministrativo per nessun altro attore della filiera.

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