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Sigarette elettroniche, anche gli aromi sotto imposta?

A prescindere dalla destinazione nominalmente impressa dal fabbricante, l’applicazione dell’imposta potrebbe derivare qualora il ciclo economico del prodotto tradisca in una qualche sua fase - distributiva, di vendita o finale - una destinazione diversa da quella originariamente impressa e naturalmente ricadente entro una delle ipotesi soggette all’imposizione.

Sigarette elettroniche, normativa attuale e possibili scenari

A chiarimento dei numerosi quesiti ed incertezze che ancora circolano, di seguito un quadro sintetico dell'attuale normativa vigente nel settore del fumo elettronico e le disposizioni che sono in via di attuazione o di discussione presso l'Aula della Camera. La sentenza della Corte Costituzionale 240/201 Il provvedimento costituisce l'esito di una questione di legittimità postasi nell'ambito di un giudizio incardinato innanzi al TAR Lazio. In estrema sintesi, la Corte è stata chiamata a valutare la legittimità Costituzionale della norma (art. 62 quater comma 1-bis d.lgs. 504/95 introdotta da una disposizione del d.lgs. 188/2014) introduttiva del regime di tassazione di liquidi con e senza nicotina, e relativi provvedimenti dell'Ag. delle dogane e Monopoli che hanno determinato il valore di tale imposta in 0,37344 per millilitro. La Corte, rigettando la questione di costituzionalità, ha statuito la legittimità dell'imposizione fiscale prevista all'articolo 62 quater comma 1-bis, da intendersi quindi vigente in quella formulazione. L'Agenzia delle dogane e dei monopoli provvede entro il mese di marzo di ogni anno alla rideterminazione dell'imposta. In merito a quanto sopra, è opportuno soffermarsi sulle due principali componenti delle cosiddette "basi neutre". Il glicole propilenico o propandiolo (PG) è un principio attivo incluso nella lista dell'Agenzia italiana del farmaco, pertanto da ritenersi sottratto all'applicazione dell'imposta per espressa previsione della norma sottoposta al recente vaglio di Costituzionalità ("i prodotti (...) esclusi quelli autorizzati all'immissione in commercio come medicinali..."). La glicerina vegetale (VG) o glicerolo, poi, è un componente che si trova comunemente in commercio ed ha applicazione in svariati settori come quello medico/sanitario, cosmetico, o alimentare, per cui è altrettanto impensabile l'applicazione dell'imposta a tale componente, a meno di non voler sottoporre a tassazione speciale anche creme per il viso o sciroppi. Fermo quanto sopra. per l'insieme di tali ragioni e stante l'evidente paradosso (basi VG/PG soggette ad imposta con contestuale possibilità di acquistare le singole componenti de-tax) si auspica da più parti un provvedimento espresso che sottragga almeno le cosiddette "basi neutre" ad imposta di consumo. L'emendamento "Vicari" In primo luogo occorre chiarire che si tratta di un emendamento approvato da Senato e Camera e contenuto nella Legge di conversione del Decreto fiscale collegato alla finanziaria, e che sarà quindi oggetto di pubblicazione a breve in Gazzetta Ufficiale. L'emendamento ha inteso modificare l'articolo 62 quater del Testo Unico sulle Accise, prevedendo in estrema sintesi: - di sottoporre immediatamente (e quindi dall'entrata in vigore della norma) ad autorizzazione la commercializzazione di prodotti con nicotina; - un regime di adeguamento per consentire la prosecuzione nella vendita di tali prodotti agli esercizi già esistenti, demandandone la determinazione di modalità e requisiti all'Agenzia delle dogane e monopoli con separato provvedimento da adottarsi entro il 31 marzo 2018; - il divieto non solo transfrontaliero ma assoluto per la vendita a distanza di sigarette elettroniche e di contenitori di liquido di ricarica. L'ambito di applicazione è riservato dalla stessa norma ai "prodotti con nicotina di cui ai commi 1 e 1 bis", pertanto se è vero che il comma 1 parla anche di "dispositivi meccanici ed elettronici" e "parti di ricambio", è altrettanto vero che tali dispositivi e parti di ricambio non contengono nicotina, e quindi a stretto rigore dovrebbero ritenersi esclusi dall'applicazione dell'esclusiva e/o conseguente regime di autorizzazione. Se così fosse, la limitazione per shop fisici riguarderebbe "solo" la vendita di prodotti con nicotina, mentre tutti gli altri prodotti resterebbero a libero mercato, ivi comprese basi neutre e liquidi senza nicotina (eventualmente sottoposti all'imposta di consumo se esistente e dovuta). Seguendo una intepretazione (forzatamente) più estensiva e non auspicabile, l'emendamento intenderebbe sottoporre ad esclusiva tutti i prodotti della filiera, ivi compresi dispositivi e parti dei ricambio. Per quanto riguarda gli shop virtuali dall'esame del testo di legge (D.Lgs. 6/2016 come modificato dell'emendamento) emergono alcune perplessità: - si parla di sigarette elettroniche e liquidi quasi dando per scontato che si tratti di prodotti esclusivamente destinati al consumo di nicotina, mentre sappiamo bene che così non è; - risulta del tutto vaga (e quindi di fatto indeterminabile) la definizione di "sigaretta elettronica", laddove non è per nulla chiaro se la stessa debba comprendere "atomizzatori" e/o batterie e circuiti. Possibili scenari modificativi nell'immediato Lo scorso 30 novembre è stata approvata la Legge di Conversione del Decreto Fiscale contenente l'emendamento Vicari, il quale - lo ricordiamo - prevede che fino  al Decreto direttoriale dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli da adottarsi entro il 31 marzo 2018, gli esercizi esistenti possano proseguire la loro attività. Nei giorni scorsi alcuni parlamentari (tra cui l'onorevole Sebastiano Barbanti le cui anticipazioni sono già state riportate in un recente articolo di questa rivista) hanno posto all'attenzione del Governo alcune proposte, sinteticamente orientate a richiedere: una rivalutazione del divieto generalizzato di vendita on-line, in particolare dei dispositivi; maggior salvaguardia per gli esercizi esistenti; la definizione in adesione dell'accertamento delle imposte di consumo dovute nel periodo decorrente dal d.lgs. 188/2014 alla sentenza ultima della Consulta; una "equa" tassazione sui prodotti con e senza nicotina; in generale, l'adozione di ogni misura idonea a scongiurare effetti concorrenziali distorsivi nel mercato di riferimento. Queste (o altre) modifiche potranno eventualmente essere introdotte in sede di approvazione della legge di bilancio 2018 – la cui votazione finale è calendarizzata per il prossimo 19 dicembre - dove si potrà anche optare per una proroga dell'efficacia delle suddette disposizioni, in attesa di un successivo provvedimento normativo che modifichi ad hoc l'attuale quadro contenuto nel decreto fiscale. (fotografia home page Daniele Di Egidio)

Sigarette elettroniche, pronto emendamento Pd per annullare Vicari

A fronte della comprensibile preoccupazione destata dagli eventi ultimi, utenti ed addetti ai lavori si chiedono se vi sia speranza di (perlomeno) mitigare l'impatto della nota sentenza ultima della Consulta e dell'emendamento "Vicari" (nella sua attuale estensione), magari attraverso una riforma organica munita di un approccio doverosamente scientifico, vista la delicatezza della materia. In realtà, da circa un anno e mezzo esiste un intergruppo parlamentare "dedicato" alla sigaretta elettronica, deputato proprio ad analizzare con le dovute conoscenze e cautele la materia. L'onorevole Sebastiano Barbanti (Pd), membro istitutivo dell'intergruppo, ne precisa l'origine: "Con alcuni colleghi, un paio di anni fa, abbiamo notato alcuni aspetti normativi in materia che ci sembravano meritevoli di essere approfonditi. Per fare ciò con dovizia di particolari e competenza abbiamo ritenuto necessario creare un luogo in cui poter approfondire la conoscenza tecnica, economica e inerente alla salute delle persone del mondo delle ecig (o direi meglio, del mondo alternativo alle sigarette tradizionali). Questo luogo è stato appunto l’intergruppo parlamentare. Ritengo che attualmente ci siano degli spazi normativi e fiscali ancora da sistemare adeguatamente contemperando le esigenze economiche degli operatori ed il diritto alla salute degli utilizzatori e delle persone più in generale". Dalle parole di Sebastiano Barbanti emerge la consapevolezza circa l'idoneità delle ecig a limitare grandemente i danni causati dal fumo analogico: "Per anni abbiamo assistito al fallimento dei metodi “fai da te” per smettere di fumare. Purtroppo gomme, cerotti ed aumenti del prezzo delle sigarette non hanno funzionato. Ed oggi ci ritroviamo con quasi un quarto della popolazione italiana che fuma sigarette tradizionali e contiamo dai 70 agli 83 mila morti all’anno a causa del fumo. Anche i centri antifumo in Italia purtroppo riescono a mitigare poco il fenomeno. Gli oltre 300 centri antifumo del nostro Paese trattano annualmente 16.000 degli 11,5 milioni di fumatori italiani (lo 0,14%). Se anche tutti lavorassero a pieno regime si stima che circa 7/8 mila persone all’anno riuscirebbero a smettere di fumare entro tre anni. È un bel risultato, ma resta inferiore al numero dei decessi. La domanda di “alternative alla sigaretta” è elevata: lo testimoniano anche i numeri del boom del settore negli ultimi anni. La chiave di volta ritengo sia stata quella di intuire che una possibile parziale soluzione al problema fumo non sia quella di privarsi della nicotina, ma di creare prodotti meno rischiosi per la salute in quanto senza combustione. Sia chiaro, non stiamo parlando di danno zero, ma solo di minor danno. Per cui, fermo restando che il punto di arrivo per lo Stato debba essere quello di tutelare la salute dei cittadini eliminando ogni forma di assuefazione ritenuta dannosa, bisogna consentire, nei limiti del legale, l’esercizio del libero arbitrio. Penso che il fattore del “minor danno” debba comunque essere tenuto in considerazione nella formulazione di normative sul settore". Ciò che desta maggiore preoccupazione è, naturalmente, l'attuale equiparazione dei liquidi con e senza nicotina - entrambi soggetti ad imposta di consumo in virtù del diktat ultimo della Consulta - e la potenziale inclusione di tutti i prodotti della filiera nell'esclusiva di Stato, ivi compresi dispositivi e parti ricambio a cui l'emendamento "Vicari" (secondo una certa interpretazione) estenderebbe di fatto il divieto di vendita online extra ed intra-frontaliera. Sempre dalle parole di Barbanti, emerge consapevolezza delle problematiche e delle conseguenti ricadute: "L’emendamento Vicari, pur mirando ad ottenere nobili intenti di sicurezza, controllo e quindi tutela della salute, purtroppo così come formulato, e per giunta in unione con la sentenza della Corte Costituzionale, rischia di avere impatti devastanti su un mondo composto da circa 2500 negozi, da tanti ricercatori, da tanti ingegneri, da tante aziende che producono materie prime e accessori e da tanti utenti che ormai hanno sostituito la normale sigaretta con il prodotto alternativo anche senza nicotina. Di questi non possiamo non tenere conto, anzi, devono essere i soggetti da tenere sempre a mente quando si elabora una normativa che deve disciplinare aspetti economici, fiscali e salutistici. Con i colleghi Sergio Boccadutri ed Alessia Rotta abbiamo previsto un emendamento in legge di Stabilità che sterilizzi gli effetti della normativa Vicari, in attesa di completare gli studi e ascoltare tutte le controparti per la costruzione di una disciplina del settore efficace ed efficiente". In attesa dell'entrata in vigore, si apre, dunque, uno spiraglio ad una riforma che tenga maggiormente in considerazione le esigenze degli operatori e la salute dei cittadini.