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Il “pensiero perseverante”, causa ed effetto della dipendenza da nicotina

Le persone dipendenti dalla nicotina sviluppano un pensiero duplice, definito "perseverente": il forte impulso al consumo della sostanza desiderata influenza sia la quantità di nicotina consumata ma anche la severità del craving provato durante l’astensione.

di Marzia Del Monte
psicologa esperta in Nuove dipendenze patologiche & Counseling psicologico – marziajose@gmail.com

Mettendo a fuoco i pensieri dei soggetti con forte dipendenza da nicotina, è emerso come sia presente un particolare stile di pensiero, ossia un “pensiero perseverante” guidato da un forte impulso al consumo della sostanza desiderata, che influenza sia la quantità di nicotina consumata ma anche la severità del craving provato durante l’astensione da quest’ultima.
La nicotina attiva in alcune aree cerebrali i cosiddetti “circuiti della gratificazione”, cioè quei circuiti cerebrali che regolano le sensazioni di piacere e soddisfazione. Viene più specificatamente attivato il sistema dopaminergico implicato proprio nella generazione del desiderio di assumere le sostanze con il risultato forte aumento di dopamina.
Il fumo di sigaretta ad esempio genera una propagazione di nicotina nel cervello, con il massimo picco entro pochi secondi dall’inalazione, ma il suo effetto piacevole e gratificante a livello nervoso termina brevemente e il fumatore torna presto alla ricerca della nicotina al fine di mantenere la sensazione di gratificazione più a lungo.
schermata-12-2457740-alle-11-58-00Tale tipo di pensiero perseverante volto alla continua gratificazione può essere inoltre accompagnato da credenze positive e negative circa l’uso di sigaretta o dei dispositivi elettronici. Pensare ad esempio che la sigaretta elettronica usata con liquidi a base di nicotina sia un dispositivo innocuo o “sicuro e preventivo per la salute”, può indurre il consumatore a farne un uso frequente e spensierato senza curarsi degli effetti che generano dipendenza fisica e psicologica e rafforzando il legame con questo oggetto di piacere.
In studi recenti è stato comunque dimostrato che c’è una predisposizione all’abuso in quelle tipologie di personalità che tendono alla continua ricerca della novità, caratterizzati da iperattività mentale e fisica. Questi soggetti denominati “seek novelty” sarebbero dunque più inclini a stabilire una dipendenza patologica non solo causata da nicotina, ma anche da un vasto gruppo di sostanze psicoattive.
La comprensione di tutti questi aspetti legati allo stile cognitivo del consumatore di nicotina, alle tendenze predisponenti, alle modalità di ricerca del piacere e alle strategie di compensazione messe in atto, permette di avere uno schema d’intervento più specifico nell’abuso di nicotina, fondato non tanto sulla rinuncia e sull’astinenza, quanto piuttosto sui meccanismi personali, che spingono la persona a legarsi fortemente ad una sostanza per controllare e sopprimere stati emotivi spiacevoli oppure altre problematiche psicoaffettive e ansiogene.
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