© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
La Direttiva europea sui prodotti del tabacco, Tpd, risulta essere farcita di misure arbitrarie e sproporzionate che non tengono assolutamente conto delle evidenze scientifiche. Abbiamo già detto più volte che alcuni punti della TPD sulla diffusione della sigaretta elettronica dimostrano l’atteggiamento quasi schizofrenico dell’Europa nei confronti dello strumento. Se da un lato una corposa produzione scientifica ha più volte dimostrato che l’elettronica consente a milioni di fumatori di smettere di fumare, dall’altro la normativa considera questo strumento come un classico prodotto da tabacco. Una ampia diffusione delle elettroniche potrebbe salvare migliaia di vite ed il legislatore ha l’obbligo etico e morale di produrre una regolamentazione equilibrata.
Purtroppo, in questi ultimi due anni non ho visto alcun serio sforzo da parte dell’Unione Europea per far progredire le nostre conoscenze attuali sulle e-cig. Anzi ha spesso travisato o addirittura selettivamente ignorato le prove scientifiche già esistenti. Le restrizioni nella produzione, nella vendita e nella pubblicità sono sproporzionate e ingiustificate per un prodotto che non contiene tabacco. E se da un lato standard più elevati di sicurezza potrebbero migliorare la qualità del prodotto, dall’altro queste nuove restrizioni hanno solo il compito di limitare l’innovazione. L’esempio dell’Inghilterra dovrebbe essere considerato emblematico.
Oltre a questo, va detto che il portale Ue per le notifiche dei prodotti contemplati nella TPD (il cosiddetto Common Entry Gate – EU-CEG) che doveva essere operativo dal 20 maggio, non è disponibile per problemi tecnici. E da alcune indiscrezioni pare che potrebbe esser pronto solo per la fine del prossimo mese. Con la TPD, i tecnocrati della Commissione europea hanno creato un percorso burocratico a così elevata complessità che oggi non riescono nemmeno a controllare il mostro che hanno creato.
Per come è stata strutturata, la TPD non porta alcun vantaggio al cittadino della CE, solo oneri e costi inutili a carico della industria e dei consumatori oltre che un complessivo decadimento della salute pubblica. Uno sconfortante spettacolo della incapacità della CE di sviluppare una politica sensata.