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di Rita Bernardini
Leggo sbalordita la notizia pubblicata su sigmagazine.it secondo la quale è pienamente riuscito un progetto pilota che ha consentito l’introduzione dell’uso della sigaretta elettronica negli istituti penitenziari del Galles e dell’Inghilterra. Mi chiedo cosa si debba attendere in Italia per fare un’analoga sperimentazione che – da quel che leggo – ha portato molti detenuti britannici a smettere di fumare le sigarette tradizionali per passare a quelle a vapore con il positivo risultato di minori danni per la salute sia dei detenuti ex fumatori che dei loro compagni di cella, costretti fino ad oggi ad intossicarsi respirando il fumo da combustione del tabacco. Proporrò al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria la diffusione del vaping anche nelle carceri italiane, augurandomi che non sia necessario attendere i tempi biblici che sovente occorre attendere in Italia per qualsiasi innovazione. Intanto, mi fa piacere preannunciare che il prossimo congresso del Partito Radicale si terrà proprio dentro un carcere, da giovedì 1 a sabato 3 settembre, nel teatro di Rebibbia Nuovo Complesso a Roma. Per tutte le informazioni necessarie è sufficiente consultare www.radicalparty.org.