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Sigaretta elettronica: i fumatori indiani sono pronti, la politica no

Un sondaggio rivela che gli indiani vorrebbero poter utilizzare la sigaretta elettronica come alternativa al fumo. Ma la politica pone ancora ostacoli e divieti per la diffusione dello strumento di riduzione dei danni da tabacco. Forse non a caso sarà proprio l'India ad ospitare il prossimo novembre la Conferenza mondiale sul tabacco.

di Barbara Mennitti

Quasi il 6 per cento dei fumatori indiani considera la sigaretta elettronica come una “alternativa positiva” ai prodotti del tabacco. Lo rivela il primo sondaggio condotto in India fra i fumatori dalla organizzazione non-profit per i diritti dei consumatori Factasia allo scopo di raccogliere le opinioni dei consumatori sulle alternative alle sigarette tradizionali. I ricercatori hanno inoltre rivelato che il 69 per cento dei fumatori indiani prenderebbe in considerazione di passare alle ecig se fossero “legali, se soddisfacessero gli standard di qualità e sicurezza e fossero facilmente disponibili”. Problema non da poco, visto che in alcuni Stati dell’India le sigarette elettroniche sono addirittura vietate.
Infatti il sondaggio rileva che sono pochi i fumatori indiani ad aver provato l’ecig, sebbene più di un terzo degli intervistati – il 36% – riveli una certa familiarità con esse e più di tre quarti di essi ritiene che “attraverso politiche fiscali e regolamenti il governo dovrebbe incoraggiare i fumatori a passare ad alternative meno dannose delle sigarette garantendo che non vengano usate dai minori”. Un ulteriore 73% ritiene poi sbagliato che il governo “impedisca o ritardi l’introduzione di alternative meno dannose alle sigarette”.
Le conclusioni le tira Heneage Mitchell, cofondatore di Factasia: “Vi è una chiara richiesta da parte dei consumatori indiani di regolarizzare l’industria e di stabilire degli standard qualitativi, tassare i prodotti in maniera razionale, garantendo che siano disponibili solo agli adulti“. Insomma, anche in India come in molti altri Paesi i consumatori sono pronti per la sigaretta elettronica. La politica no.

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