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di Redazione
Cristiana Pugliese (Radio Radicale): Perché parliamo anche di sigaretta elettronica, cosa è successo?
Rita Bernardini: “Ne parliamo perché è accaduta una cosa sconvolgente. In Italia si stava affermando un mercato, quello delle ecig, delle sigarette elettroniche. Un po’ tutti abbiamo potuto vedere sorgere una nuova economia, questi piccoli negozi, a volte dei buchi, che vendevano le sigarette elettroniche e i liquidi, anche quelli che non contenevano nicotina. E il Senato ha approvato un emendamento che praticamente mette la sigaretta elettronica sotto il Monopolio dello Stato. Quindi si potrà vendere tutto quello che riguarda la sigaretta elettronica solamente con una licenza, come i tabaccai insomma. E in più ieri la Corte costituzionale ha emesso una sentenza secondo la quale lo Stato può mettere sotto imposta tutti i liquidi, anche quelli senza nicotina. Cioè quelli fatti con acqua e aromi alimentari. Basti ricordare che invece la tassazione senza nicotina era stata sospesa dal Tar proprio un anno e mezzo fa. Grazie a tutti questi piccoli imprenditori erano sorte moltissime piccole imprese, moltissimi piccoli negozi. Migliaia e migliaia di persone hanno potuto trovare lavoro grazie alla vendita di questi liquidi, ripeto molti senza nicotina.
Io sono stata grazie a un nostro iscritto, Stefano Caliciuri, a una fiera del vaping e ho visto persone da tutto il mondo: dalla Cina, dal Medio Oriente, dall’America del Sud. E invece adesso tutto dovrà essere sottoposto al Monopolio dello Stato. Fra l’altro con questa tassazione un liquido verrà a costare molto, molto caro.
La sentenza della Corte costituzionale ha giustificato così questa stretta: perché i giovani sono spinti in questo modo a cominciare a fumare. Beh, forse di fronte al fatto che un liquido viene a costare così caro, magari 10 euro, è possibile che i giovani per 5 euro si compreranno il pacchetto di sigarette. Non sembra molto chiaro il ragionamento fatto dalla Corte costituzionale.
Non so quali interessi, forse le lobby del tabacco, abbiano mosso questo emendamento che fra l’altro è stato anche contestato da alcune parti. Fatto sta che le lobby dentro il Parlamento funzionano. Senza dibattito è venuta fuori questa approvazione che metterà in ginocchio tutto un settore, che sarà chiamato a pagare anche retroattivamente tutto quello che è stato venduto senza tassazione. Ripeto, un conto sono i controlli che devono essere fatti e vengono fatti in tutti i settori e un altro è il divieto. Insomma, lo Stato dei divieti continua a farla da padrone”.