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Sigarette elettroniche, associazioni francesi contro la tassa europea

Dopo Sovape, anche l'associazione consumatori Aiduce rifiuta di rispondere al questionario sulla fiscalità armonizzata, giudicandolo "probabilmente illegale e certamente immorale".

Non si può certo dire che l’iniziativa della Commissione europea di fare uno studio per stabilire la struttura e l’importo di una tassazione armonizzata sulle sigarette elettroniche e nuovi prodotti, sia stata un grande successo. Almeno Oltralpe, dove, dopo Sovape, anche l’associazione dei consumatori Aiduce rispedisce al mittente il questionario inviato dalla società bolognese Economisti Associati, incaricata dalla Direzione Generale Fiscalità e Unione doganale di redigere questo studio preliminare. Aiduce usa toni ancora più duri, parlando di una ripresa delle “manovre della Commissione europea contro il vaping” per mano dei “tecnocrati della tassa”. E rifiuta di rispondere al questionario di Economisti associati, giudicandolo “probabilmente illegale e certamente immorale”.
Immorale perché “non vi interrogate sull’impatto che il progetto di tassare i prodotti del vapinpg avrà sul rischio di ricadere nel tabagismo e, più in generale, sulla diminuzione dei tentativi di smettere di fumare”. Immorale perché – continua Aiduce – a fronte dei danni del fumo, “lo svapo offre un’importante opzione di riduzione del rischio che dovrebbe essere sostenuto da una bassa tassazione e quantomeno garantendo un’esenzione dalle accise”. Immorale, infine perché – sottolineano i francesi – “abbiamo già risposto molto chiaramente a tale consultazione alla fine del 2016 / inizio 2017, evidenziando l’ignoranza dell’impatto di tale politica sulla salute pubblica (e oltre il 90% ha risposto “no” a tale iniziativa)”.
Aiduce si riferisce alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione nel novembre 2016, che fu contestata anche perché proposta esclusivamente in lingua inglese. Il risultato fu comunque un plebiscito contro l’ipotesi di tassare i prodotti del vaping, tanto che all’inizio di quest’anno Bruxelles fece sapere che la questione veniva fatta slittare di un paio d’anni. Nel frattempo però, appena un mese fa, la Commissione ha lanciato una nuova consultazione, stavolta disponibile anche in italiano.
L’associazione francese giudica la consultazione anche “probabilmente illegale” perché “i prodotti del vaping non sono né tabacco né prodotti del tabacco, vecchi o nuovi, ma prodotti correlati ai sensi della direttiva 2014/40/Ue, ossia prodotti di consumo e non dovrebbero essere toccati da questa tassa speciale più dei sostituti nicotinici o delle verdure contenenti nicotina”. Illegale infine, perché la domanda 10/10 (sui riscaldatori di tabacco) “incita ad usare un prodotto del tabacco” e perché – sempre secondo Aiduce – “con riferimento alla domanda sui mezzi più utilizzati per smettere di fumare, proteggere gli interessi dell’industria del tabacco è vietato dalla Convenzione quadro dell’OMS sul controllo del tabacco, firmata dall’Ue (e dunque dalla Commissione europea, compresa la DG Fiscalità e Unione doganale)“.
Le associazioni francesi, dunque, sono pronte al muro contro muro con la Commissione contro l’introduzione di una qualsiasi tassa sulle sigarette elettroniche, considerata come un’imposizione intollerabile dai consumatori di quei Paesi che – al contrario dell’Italia – non hanno introdotto nessuna fiscalità specifica per i prodotti del vaping.

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