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Emendamento salva sigarette elettroniche, lo sfogo di Confindustria

La botta è stata dura. Ancora c'è un barlume di speranza ma certamente la fiammella è molto più tenue ripseto a anche solo a questa mattina quando l'approvazione dell'emendamento di liberalizzazione del mercato delle sigarette elettroniche sembrava cosa fatta.

La botta è stata dura. Ancora c’è un barlume di speranza ma certamente la fiammella è molto più tenue ripseto a anche solo a questa mattina quando l’approvazione dell’emendamento di liberalizzazione del mercato delle sigarette elettroniche sembrava cosa fatta. Tant’è che era blindato dalla firma congiunta di tutti i deputati di Lega e Cinque Stelle presenti in Commissione Lavoro e Finanze. Anafe, l’associaizone confindustriale dei produttori di ecig, interviene con un comunicato:
Le imprese e i lavoratori del settore delle sigarette elettroniche hanno appreso con profonda preoccupazione la notizia dell’inammissibilità dell’emendamento al Dl Dignità che intendeva mettere mano alla tassazione e ad alcuni aspetti regolatori che stanno strozzando un intero comparto, con tutto il suo valore non solo in termini economici e occupazionali, ma soprattutto per la tutela della salute dei cittadini, la lotta al tabagismo e alle malattie ad esso correlate”. “Alla preoccupazione – sottolinea l’associazione – si aggiunge lo stupore per le motivazioni dell’inammissibilità dell’emendamento. Ridurre le tasse ad un settore che dà lavoro a più di 20.000 persone, tra occupati diretti e indiretti, senza considerare le 2.000 attività commerciali attive per la vendita, non vuol dire tutelare e difendere la dignità di imprese e lavoratori? Rendere più vantaggiose le sigarette elettroniche, che sono del 95% meno dannose delle sigarette tradizionali, non è una battaglia di dignità e per la tutela della salute dei cittadini?”. “In Italia coloro che utilizzano le sigarette elettroniche sono circa 1,5 milioni. Eppure il nostro è l’unico tra i grandi Paesi europei a prevedere una tassa sui liquidi da inalazione, una vera e propria tassa sul vapore che determina un unico risultato: rendere più vantaggiose le sigarette tradizionali, con tutto ciò che ne consegue in termini di rischi per la salute e costi per il servizio sanitario nazionale. Si tratta di un aspetto non secondario, che dovrebbe essere chiaro a tutti, specie a quei deputati del PD che considerano l’emendamento sulle e-cig un favore alle lobby. Sono forse altre le lobby che gli stessi parlamentari stanno difendendo? O magari hanno dimenticato che lo stesso emendamento a tutela delle sigarette elettroniche fu presentato, proprio dai parlamentari del PD, nel corso dell’ultima legge di bilancio? Difendere il settore delle sigarette elettroniche significa tutelare la salute dei cittadini, salvaguardare posti di lavoro e imprese sane che in passato, alla luce dei diversi orientamenti della giurisprudenza e nell’impossibilità di determinare con certezza l’imposta di consumo dovuta, non hanno traslato sul consumatore i maggiori costi e, dunque, non hanno mai incassato ciò che adesso viene chiesto. Altro che mancato pagamento delle imposte…”.

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