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Nel Regno Unito il dibattito sulla sigaretta elettronica e i suoi benefici per la salute pubblica va avanti ai livelli istituzionali più alti. Infatti, dopo il rapporto della Commissione parlamentare scienza e tecnologia sul vaping (di cui si è dato ampio riscontro su queste colonne) arriva in un documento ufficiale la risposta del Governo alle sollecitazioni del Parlamento. La commissione presieduta da Norman Lamb, nell’esprimere una forte fiducia verso l’opportunità di riduzione del danno rappresentata dalla sigaretta elettronica, aveva espresso sette raccomandazioni per l’esecutivo. E il governo ha ufficialmente sposato la visione della commissione, accogliendo senza riserve tutte e sette le raccomandazioni.
In particolare l’esecutivo britannico si impegna a contribuire a colmare le lacune sui rischi relativi del vaping e dei prodotti senza combustione, conducendo la sua revisione annuale delle prover scientifiche disponibili ed affidando a Public Health England e al Committe on Toxicity of Chemicals in Food, Consumer Products and the Environment un programma di ricerca a lungo termine sul tema.
Il governo, inoltre, lavorerà in stretta collaborazione con la Mhra (l’agenzia regolatrice del farmaco) e l’industria del vaping per mettere a punto un sistema per approvare l’ecig come strumento medico, qualora qualche produttore lo richiedesse. Anche questa era una delle raccomandazioni della commissione. Infatti, se un’azienda decidesse di ottenere per un suo prodotto la licenza dell’Mhra, questo potrebbe essere prescritto dal medico. Le procedure burocratiche, però, sono ad oggi macchinose e poco adatte ad un prodotto che si innova di continuo ed è per questo che nessun produttore ha di fatto registrato un’ecig. Rendere le procedure più adatte al prodotto potrebbe invogliare qualcuno, sebbene – si legge nel documento del governo – “solo in Inghilterra si contano oggi due milioni e mezzo di utilizzatori di sigaretta elettronica, il che suggerisce che il mercato dell’ecig non sia stato ostacolato dal fatto che non siano prescrivibili dal medico”.
L’esecutivo accetta poi di buon grado di istituire con urgenza all’interno del Sistema sanitario nazionale una figura responsabile dell’attuazione del Tobacco Control Plan (terza raccomandazione) e si impegna ad istituire delle linee guida centralizzate che permettano di usare la sigaretta elettronica negli istituti pubblici per la salute mentale, sostenendo i pazienti fumatori di queste strutture a passare al vaping (quarta raccomandazione).
Come richiesto dalla quinta raccomandazione, il governo si impegna a riesaminare tutte le anomalie normative indicate dalla commissione e a presentarle per il prossimo Tobacco Control Plan. In particolare, si spiega nel documento, finché il Paese sarà membro dell’Unione europea continuerà ad applicare le previsioni della Tpd. Ma l’uscita dal club europeo permetterà di ripensare anche quanto previsto dalla Direttiva. “Il governo– si legge infatti – esaminerà le aree segnalate dalla commissione, come il limite di 20mg/ml per la concentrazione di nicotina nei liquidi di ricarica, il limite di 2ml per la capacità dei tank, il divieto di pubblicizzare il potenziale relativo di riduzione del danno delle sigarette elettroniche e il sistema di notifica degli ingredienti dei liquidi”.
In materia fiscale, la Commissione parlamentare ha insistito che la tassazione sui prodotti deve essere proporzionale al loro rischio per la salute, in modo da incoraggiare il consumo di quelli meno dannosi. Dunque la sigaretta elettronica deve rimanere quello con la minore imposizione fiscale, le sigarette convenzionali quella più altra mentre i riscaldatori devono essere a metà strada fra i due. Il governo accetta questa raccomandazione, sottolineando che già oggi le sigarette elettroniche sono tassate come un prodotto di consumo con l’Iva al 20 per cento e che il prelievo fiscale molto più alto sui prodotti del tabacco rappresenta già un forte incentivo economico per passare al vaping
Infine ancora piani post-Brexit. La Commissione chiede al governo di identificare tutti gli ostacoli ad un quadro normativo che sia proporzionato al danno, “in cui le leggi, le regole per la pubblicità e le tasse riflettano le prove scientifiche sul rischio relativo delle sigarette elettroniche e dei prodotti del tabacco”. Una volta usciti dall’Unione europea si potranno rimuovere questi ostacoli per, si spiega nel documento, “promuovere i comportamenti che vogliamo come società – meno fumo e maggiore utilizzo e accettazione della sigaretta elettronica e dei nuovi prodotti del tabacco, se questo serve a ridurre il numero dei fumatori”.