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Sigarette elettroniche: conservatori chiedono l’intervento di Trump

Diciassette think tank si appellano al presidente perché freni l'FDA e salvi "un'industria innovativa che aiuta a smettere di fumare".

È stata consegnata ieri alla Casa Bianca la lettera firmata da una coalizione di diciassette gruppi conservatori e libertari che chiedono al presidente Trump di porre un freno alla repressione delle sigarette elettroniche. Fra i firmatari vi sono noti think tank come Americans for Tax Reform, il Consumer Choice Center, il Competitive Enterprise Institute e il Goldwater Institute, tutti molto critici verso la Food and Drug Administration e il suo commissario Scott Gottlieb, che – nelle loro parole – sta “muovendo un aggressivo attacco normativo a aziende e consumatori che fanno affidamento su alternative meno dannose delle sigarette”. Una politica che, si legge nella lettera, “danneggerà un’industria innovativa che sta aiutando gli americani a smettere di fumare”.
Pur riconoscendo le preoccupazioni per la diffusione dei prodotti del vaping fra i giovani, i gruppi conservatori descrivono la reazione di Gottlieb come “panico normativo” e parlano di “significativo abuso di potere del governo”. Si ricorda come milioni di adulti abbiano smesso di fumare grazie alle sigarette elettroniche, sottolineando che “l’innovazione ha risolto uno dei principali problemi di sanità pubblica dell’America”. Ma, secondo gli estensori della missiva, i progetti dell’Fda per frenare l’uso dell’ecigarette fra i giovani danneggeranno gli adulti e quindi dovrebbero essere sottoposti a serie analisi su costi e benefici.
L’appello al presidente è accorato: “Se non interverrà – si legge – il commissario Gottlieb potrebbe non solo distruggere decine di migliaia di posti di lavoro fra piccoli negozi e produttori, ma anche impedire ad alcuni, fra gli oltre 35 milioni di fumatori americani, di riuscire a smettere di fumare”. Il riferimento è naturalmente alle recenti prese di posizione del commissario dell’Fda che, dopo aver neanche troppo velatamente accusato diversi produttori di adottare strategie di marketing orientate ai giovanissimi, è arrivato a minacciare di vietare completamente gli aromi, mettendo a rischio l’esistenza stessa del settore. Una mossa difficilmente tollerabile per conservatori e libertari americani, per i quali – si legge sempre nella lettera al presidente – “l’iniziativa del settore privato, così come una politica pubblica concreta, non dovrebbero essere ostaggio di impulsi proibizionisti”.
I gruppi conservatori sollecitano il presidente sul suo impegno a deregolamentare l’apparato normativo dello Stato, portato avanti in “ogni dipartimento e agenzia dell’amministrazione”, con “l’unica palese eccezione dell’FDA”. Staremo a vedere se un presidente atipico come Donald Trump, spesso in contrasto con il partito di cui pure è espressione, risponderà al richiamo dei valori fondanti del conservatorismo americano. O se, invece, preferirà non intervenire, lasciando che l’FDA e il suo commissario proseguano indisturbati per la loro strada.

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