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La quota di mercato di Juul, l’azienda americana che ha conquistato il mercato americano e negli ultimi tempi è approdata anche in Italia, è sovrastimata. Lo sostengono gli analisti di EcigIntelligence. Secondo i ricercatori inglesi, i regolatori statunitensi, “preoccupati dalla popolarità raggiunta delle sigarette elettroniche di Juul, stanno spesso basando le politiche su informazioni errate“. La cifra che è sempre rimbalzata sui media vedrebbe Juul occupare il 70 per cento del mercato americano. Ma non è così. La fetta si fermerebbe al 30 per cento, meno della metà. “La nostra valutazione – si legge in una nota diffusa da EcigIntelligence – è supportata dal produttore americano di tabacco Altria, la società madre di Philip Morris Usa. Quando Altria ha confermato l’investimento di 12,8 miliardi di dollari in Juul Labs nel dicembre 2018, ha anche valutato la quota di mercato di Juul a circa il 30 per cento del mercato totale statunitense. Una cifra che è stata senza dubbio concordata con Juul. La valutazione esagerata di quote di mercato fino al 70 per cento per Juul è importante perché gran parte delle politiche e delle discussione sulle sigarette elettroniche degli Stati Uniti si basa su questa errata convinzione. Juul diventa così il principale obiettivo delle preoccupazioni sull’aumento dello svapo nella fascia d’età giovanile“. Sulla base di queste errate convinzioni, conclude EcigIntelligence, “Juul è stata individuata dai politici come pericolosa“.