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Il paradosso tedesco: la fiscalità può favorire la promozione della sigaretta elettronica

Il ministro delle Finanze Olaf Scholz avrebbe avanzato la proposta di ritoccare al rialzo le imposte sulle sigarette esonerando invece dagli aumenti i prodotti del vaping.

La penalizzazione del tabacco e la promozione della sigaretta elettronica in Germania da parte dello Stato avverrà grazie al bisogno di soldi per l’erario pubblico? La domanda è più che appropriata dopo le indiscrezioni pubblicate dallo Spiegel nel numero in uscita questa settimana.
Secondo il settimanale che cita anonime fonti governative, Olaf Scholz, socialdemocratico ministro delle Finanze del governo tedesco, avrebbe avanzato la proposta di ritoccare al rialzo le imposte sulle sigarette nel corso del vertice alla Cancelleria organizzato da Angela Merkel all’inizio di questa settimana, esonerando invece dagli aumenti i prodotti del vaping. I dettagli della proposta che il settimanale riporta sono tali da rendere la notizia più che credibile. Il modello cui Scholz sembra ispirarsi è quello francese, ritenuto Oltrereno responsabile del sensibile calo dei fumatori francesi negli ultimi due anni: un aumento progressivo, a scaloni, del prezzo dei pacchetti di sigarette. In Francia il progetto è di portare a 10 euro il costo di un pacchetto entro il 2020. In Germania la proposta sul tappeto prevede cinque scatti di aumento della tassa sulle sigarette a partire dal prossimo anno e, secondo le stime dei funzionari delle Finanze, ogni scatto dovrebbe portare alle casse dello Stato centinaia di milioni di euro fino a un incremento di 1,2 miliardi alla fine del processo. Nell’arco di tempo considerato Berlino stima un incremento totale di 4 miliardi di euro, tutto a carico dei fumatori. Sebbene la misura sia dettata dalla necessità di far cassa – con l’intorpidimento della crescita economica anche in Germania il governo deve far fronte ad ammanchi dovuti alla conseguente riduzione del gettito fiscale – il fatto che l’aumento riguardi solo il settore del tabacco è indice di una precisa scelta anche in materia di salute pubblica. Perché, secondo lo Spiegel, la proposta di Scholz esclude esplicitamente che aumenti analoghi interessino anche i prodotti del vaping.
Qualora la proposta venisse accettata ed effettivamente approvata dal governo, si tratterebbe davvero una svolta in uno dei paesi europei le cui regolamentazioni sono considerate unanimemente fra le più permissive nei confronti delle multinazionali del tabacco. Un’indulgenza sempre più duramente criticata da medici e associazioni salutiste, che hanno accusato i vari governi succedutisi negli ultimi decenni di aver trascurato strategie e politiche antifumo con ripercussioni sulla salute dei cittadini. Che infatti, in Germania, fanno registrare le percentuali più alte fra i fumatori europei, mentre non diminuisce il tasso di mortalità causata da malattie legate al consumo di tabacco. L’ipotesi dell’aumento della tassa a scaglioni (il modello francese) non dovrebbe incontrare una forte opposizione da parte dell’industria del tabacco, osserva lo Spiegel: tale aumento è considerato anche dai lobbisti del tabacco inevitabile e la preoccupazione è che non avvenga tutto in un colpo, in modo da abituare gradualmente i fumatori ai prezzi più alti. Naturalmente la speranza è anche che l’aumento spinga i fumatori a smettere completamente di fumare o almeno a rivolgersi a strumenti di riduzione del danno come le sigarette elettroniche. L’unica opposizione potrebbe venire dai partner di governo conservatori, che non vedono di buon occhio un qualsiasi inasprimento fiscale: ma la diminuzione delle entrate è una realtà con cui anche la Germania deve fare i conti.

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