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Thailandia, l’industria pressa per aprire alla sigaretta elettronica

I dispositivi elettronici sono vietati. Entro la fine dell'anno dovrebbe essere approvata la nuova legge antifumo.

Pressioni sul governo thailandese per annullare il divieto di utilizzo e possesso di sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco. Secondo il Bangkok Post in queste ultime settimane Philip Morris starebbe esercitando azioni di lobbiyng al fine di far cambiare la normativa e regolamentare la normativa sui prodotti a rischio ridotto. L’amministratore delegato di Phillip Morris Thailand, Gerald Margolis, ha riferito di avere incontrato il ministro del commercio e il dipartimento delle accise, inviando anche numerosi studi scientifici sui vantaggi per la salute ottenuti con le alternative senza fumo.
Continueremo a presentare al governo studi basati sui fatti e non su pregiudizi ideologici – ha commentato Margolis –
Così come sarebbe sciocco fare una regolamentazione dei veicoli elettrici senza consultare i produttori di automobili, così dovrebbe esserci un dialogo con l’industria del tabacco quando si elabora una regolamentazione del tabacco“. Secondo le ultime stime, in Thailandia ci sono 10,7 milioni di fumatori, il 19,1 per cento della popolazione. Così come in Italia, neppure in Thailandia le politiche antifumo stanno funzionando: il numero di fumatori è diminuito solo del 4 per cento negli ultimi 13 anni.  Eppure la Thailandia è tra i mercati più restrittivi per il tabacco, con divieti di marketing e display nei negozi, nonché previsioni di introdurre gli imballaggi neutri, senza marchio, entro la fine dell’anno. Il vaping, invece, è totalmente vietato.

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