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Ultimamente si sta sempre più sentendo parlare di sigaretta elettronica definita “pod mod”, ovvero un prodotto dall’utilizzo semplice, dal prezzo abbordabile e indicato specificatamente come primo strumento per chi vuole smettere di fumare. Molti quindi si sono chiesti, soprattutto da metà 2019, se effettivamente questa nuova tendenza sia effettivamente il futuro più plausibile per la sigaretta elettronica e per il settore in generale.
È necessaria però una precisazione: la sigaretta elettronica di tipo “pod mod” non è altro che un dispositivo compatto, composto da una batteria e una pod appunto all’interno della quale va inserito il liquido che si desidera vaporizzare. Questi device però hanno fatto degli enormi passi in avanti rispetto ai primi che si trovavano in commercio più di 10 anni fa. Le batterie attuali risultano sempre più capienti, alcune pod riescono a contenere una discreta quantità di liquido e anche il design è mutato, facendo diventare un semplice prodotto a forma di sigaretta, a qualcosa di più ergonomico e ricercato, visivamente gradevole. Inizialmente le pod erano state concepite solamente per un classico “tiro di guancia” che riproducesse fedelmente quello di una sigaretta tradizionale ma, soprattutto nella seconda metà del 2019, si è assistito alla nascita di moltissimi prodotto volti anche al tiro polmonare. In questo modo si è potuto coprire anche la fetta di mercato composta anche dagli utenti che prediligono i liquidi da inalazione più densi o una maggior produzione di vapore.
La domanda che si sono posti quindi molti operatori del settore e produttori è: “Sarà questo il futuro della sigaretta elettronica?”. La risposta non è sicuramente immediata e scontata, infatti non ci sono ancora certezze sul futuro dei dispositivi, ma stando così le cose sicuramente nel 2020 si potrebbe assistere ad un cambio di rotta da parte dei produttori che potrebbero investire maggiori energie sulla produzione di questa tipologia di prodotto così da creare dei device sempre più performanti e semplici.
Le “pod mod” riusciranno quindi a ritagliarsi sicuramente una fetta di mercato che però sembra più volta a coloro i quali vogliano smettere di fumare e non al cosiddetto hard saper. Il design, la semplicità di utilizzo e la manutenzione praticamente inesistente potrebbero invogliare sempre più fumatori a percorrere la strada del vapore e quindi abbandonare la sigaretta tradizionale. Inoltre, l’arrivo di nuovi liquidi al tabacco che aumentano la “vita” della resistenza potrebbe effettivamente segnare un importante punto di svolta per il settore. Bisogna però non dimenticarsi dell’imminente revisione della direttiva europei sui tabacchi e liquidi da inalazione, la cosiddetta Tpd 3, che certamente introdurrà nuove norme che potrebbero andare a mutare nuovamente il mercato della ecig, soprattutto sul fronte della certificazione di sicurezza e di qualità dei dispositivi elettronici.
Il prodotto rimane quindi ancora nell’occhio del ciclone, dove da una parte ci sono diversi esponenti che demonizzano quasi la “pod mod” e altri invece che sostengono che potrebbe essere il punto di svolta del vaping. Il futuro rimane incerto, ma sta di fatto che se un nuovo dispositivo può raggiungere più utenti (soprattutto quelli inesperti e indecisi) e portare nuova linfa al settore bisogna sicuramente offrire una possibilità, a patto che questo dispositivo venga realizzato seguendo tutte le accortezze e regole di sicurezza previste dalla normativa. Ovvero, non immettere sul mercato prodotti di dubbia fattura o derivazione ma affidarsi soltanto a case di produzione consolidate e distributori verificati.