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“Riformare la fiscalità del tabacco per garantire sostenibilità al gettito”

La proposta di Japan Tobacco International presentata a Pier Paolo Baretta (sottosegretario all’Economia e alle Finanze), Marcello Minenna (direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) e Carlo Cottarelli (direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani).

“Semplificazione normativa” e “programmazione fiscale” sono i due concetti chiave alla base della proposta di JTI Italia (Japan Tobacco International) per una riforma della tassazione delle sigarette in grado di garantire maggiore robustezza al gettito e consentire alle imprese di programmare gli investimenti, con l’obiettivo di rendere il Paese “più competitivo anche a livello internazionale”. La proposta, sviluppata sulla base dello studio condotto da Oxford Economics, è stata presentata durante un tavolo di confronto a cui hanno preso parte Pier Paolo Baretta, (sottosegretario all’Economia e alle Finanze), Marcello Minenna (direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli) e Carlo Cottarelli, (direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani).
Negli ultimi 10 anni, il settore del tabacco in Italia ha registrato una perdita di oltre 16 milioni di kg in volume e il solo comparto delle sigarette si è ridotto di quasi il 28%: un mercato fisiologicamente in calo e profondamente cambiato anche per la progressiva espansione dei prodotti alternativi di nuova generazione: sigarette elettroniche e riscaldatori di tabacco. Il trend in contrazione si accompagna a una riduzione del gettito atteso dallo Stato: nei primi 8 mesi del 2020 è già stata registrata una perdita di 48 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2019.
In questo contesto, l’attuale sistema di tassazione risulta inadeguato a garantire le entrate attese per l’erario e ad attrarre investimenti, a causa del ricorso ad aumenti improvvisi di tassazione” ha allertato Gian Luigi Cervesato, Presidente e Amministratore Delegato di JTI Italia.
La proposta che arriva da JTI Italia è volta a ottenere aumenti di tassazione programmati e graduali che, da un lato, assicurano la possibilità di prevedere le entrate derivanti dal settore e, dall’altro, consentono alle imprese di pianificare gli investimenti in modo mirato ed efficace. Il modello presentato si basa su quattro pilastri:

  • Il rafforzamento dell’accisa specifica, capace di assicurare maggiore prevedibilità e certezza del gettito;
  • La semplificazione nella normativa in grado di rendere più chiaro e flessibile l’impianto fiscale delle sigarette;
  • L’aumento dell’Onere Fiscale Minimo che assicuri uno stimolo equo all’aumento dei prezzi tra tutti i segmenti di prodotto in linea anche con gli obiettivi di tutela della salute pubblica;
  • L’adozione di un calendario fiscale su base triennale con aumenti pianificati dell’accisa specifica.

“Dobbiamo volgere lo sguardo alle best practice europee – continua Cervesato – per mettere in piedi un sistema più flessibile e competitivoal fine di consentire a tutti gli stakeholder coinvolti di operare serenamente: Stato, imprese e, non in ultimo,la filiera devono essere messi in condizione di programmare le proprie attività” . I prodotti del tabacco tradizionali continuano ad assicurare circa il 92% del gettito fiscale derivante dal settore, pertanto – secondo Jti – meriterebbero un intervento diriforma ad hoc. “Ecco perché bisognerebbe condurre una riflessione congiunta, seria e strutturata che guarda alla revisione dell’attuale sistema di tassazione delle sigarette, capace di inserirsi armonicamente nel più ampio disegno del Governo di riforma del sistema fiscale italiano così come delineato dalle Linee Guida relativa al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.

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