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Contrabbando di nicotina per sigarette elettroniche: denunciato “Il lodigiano”

Seguendo le transazioni di denaro effettuate con carte prepagate, la Guardia di Finanza è risalita all'identità dell'uomo 53enne che da anni vendeva illecitamente sul web.

Era conosciuto come Il Lodigiano. Ma anche Il Pirata dello Svapo. Un nome noto alle migliaia di consumatori di sigarette elettroniche che preferiscono rifornirsi sui canali oscuri del web anziché dai negozi autorizzati. Fece una comparsa “mordi e fuggi” anche in occasione della prima edizione della fiera Vapitaly quando riuscì, complici le tenebre, ad affiggere uno striscione con il suo logo.
Ultimamente se ne erano perse le tracce, nel senso che sul web non impazzava più come un tempo. Ad essere precisi, da quando il governo pose fine alla supertassa sui liquidi. La guardia di finanza di Milano nei giorni scorsi ha fermato un uomo di 53 anni e un presunto complice di 49 anni con l’accusa di contrabbando e traffico di nicotina. L’accusa è di aver importato e venduto illegalmente 2.800 litri di liquido di ricarica per sigarette elettroniche.
Stando a quanto ricostruito dalle indagini, “i due uomini acquistavano ingenti quantitativi di nicotina liquida pura dal mercato cinese, “schermando” le loro operazioni attraverso una società costituita in Slovenia, che formalizzava gli acquisti dall’Asia trasformando la nicotina in “essenze aromatiche”, così da non pagare le imposte”.
Il laboratorio clandestino era stato attrezzato a Sangiano, nel varesotto. “Terminata la produzione – ricostruisce la GdF – si passava alla vendita, che avveniva quasi alla luce del sole, pur con tutte le “precauzioni” del caso. Il “lodigiano” e il socio, infatti, pubblicizzavano i prodotti con una pagina su Facebook – chiaramente a prezzi ridotti rispetto ai concorrenti onesti – e raccoglievano gli ordini con una mail”. È stato proprio il tracciamento della mail a consentire alle forze dell’ordine di risalire all’identità dei due uomini, nonostante usassero delle connessioni “tor” che li facevano localizzare in Siria, Nord America o Australia. “Per il pagamento, invece, le accortezze erano ancora maggiori: i due facevano versare i soldi su delle carte prepagate intestate a prestanomi, uno dei quali addirittura morto nel 2018. Incassato il denaro, i due procedevano poi alla spedizione, che come mittente vedeva sempre un nome fittizio”.  Al termine dell’indagine il 53enne e il 49enne sono stati denunciati a piede libero per “sottrazione al pagamento dell’imposta di consumo sui prodotti liquidi per sigarette elettroniche” e “indebito utilizzo di carte di pagamento”. Nel capannone-laboratorio sono stati sequestrati 953 litri di liquidi e tutte le attrezzature, mentre sui conti riconducibili alle prepagate sono stati bloccati circa 20mila euro. È stato anche appurato che il Lodigiano percepiva il reddito di cittadinanza.

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