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Paola Binetti: “La giustizia fiscale si fa alzando le tasse al tabacco riscaldato”

Durante la replica all'intervento in Senato del ministro Speranza, questa mattina la senatrice dell'Udc ha chiesto nuovamente di cancellare le agevolazioni fiscali agli strumenti a rischio ridotto.

Il ministro della salute Roberto Speranza è intervenuto questa mattina in Senato per illustrare il piano d’intervento nazionale contro la diffusione della pandemia da Covid-19. Durante gli nterventi di replica è intervenuta anche la senatrice Paola Binetti (Fi-Udc) che, anziché puntare il focus sull’oggetto della discussione, ha ancora una volta puntato il dito contro i prodotti da inalazione a rischio ridotto. Ormai quella di Binetti è una battaglia quasi personale che va avanti ormai da mesi. Dopo aver presentato vari ordini del giorno, interpellanze e mozioni, a inizio mese di novembre ha anche organizzato una conferenza stampa per illustrare la sua proposta di innalzamento fiscale nei confronti dei prodotti di nuova generazione. La sua tesi collima con quella dell’Istituto superiore di sanità e anche di una parte delle multinazionali del tabacco che, nonostante producano anch’esse riscaldatori di tabacco e sigarette elettroniche, pressano da tempo affinchè lo Stato cancelli lo sconto al tabacco destinato al riscaldamento.
In questo clima di chiamata generale alla responsabilità – ha detto testualmente questa mattina la senatrice dell’Udc – da parte di tutti e anche di collaborazione che si vuole attivare, non solo tra la maggioranza e l’opposizione, ma anche tra il Parlamento e il Governo, davanti a questa chiamata così forte a controllare in modi nuovi e anche più consapevoli la pandemia che ci ha preso e che ci tormenta da un anno a questa parte, non posso non riappellarmi direttamente a ciò che in medicina costituisce la prima forma di cura, cioè la prevenzione. Noi sappiamo che coloro che sono morti per questa pandemia molto spesso avevano anche delle patologie pregresse, che riguardavano spesso il sistema cardiorespiratorio. Diciamo che questa polmonite atipica devastante, che ha prodotto tante vittime nel mondo intero, aveva buon gioco davanti a polmoni già sofferenti a causa di pregresse patologie. Tra le pregresse patologie io intendo segnalare in questo momento tutte quelle forme, come la Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, che ne costituisce uno degli eventi forse più importanti quando si somma all’anzianità, che dipendono dalla condizione del fumatore cronico. L’Italia è stata il Paese che per primo, con la legge Sirchia, circa vent’anni fa, si è dotato di uno strumento di prevenzione delle patologie, sia di tipo infettivo, sia di quelle connesse a una sorta di degenerazione del tessuto polmonare, sia di tipo oncologico. Ebbene, noi abbiamo assistito, da pochissimi anni a questa parte, a una operazione menzogna, che ha cercato di sostituire il fumo classico – chiamiamolo così – con il cosiddetto tabacco riscaldato. 
È un’operazione menzogna, devo dirlo al Ministro, rispetto alla quale fa verità la lettera recentemente pubblicata dal suo direttore generale alla prevenzione, il dottor Rezza, a tutti gli assessori regionali. Fa verità perché afferma delle cose importanti: che il tabacco riscaldato nuoce alla salute, che lo ha detto la Food and Drugs Administration, che lo ha detto l’Organizzazione mondiale della sanità, che l’ha detto soprattutto, in Italia, l’Istituto superiore della sanità, nell’eccellente servizio fornito dalla dottoressa Pacifici. Il Ministero, quindi, sapeva che il tabacco riscaldato faceva male, ma l’aggravante in tutto questo è che contro questa menzogna, che ha portato adolescenti a cominciare a fumare con meno scrupolo, pensando che non facesse male, e che ha ingannato i fumatori cronici convincendoli che cambiando modello di sigaretta avrebbero potuto recuperare addirittura qualità di vita, la peggiore delle risposte che il Governo potesse dare è stata quella. che tutti conosciamo, dello sconto fiscale. Attenzione, in questo momento la notizia fa scandalo e lo dico agli amici del Movimento 5 Stelle, perché fa scandalo la commistione che ci potrebbe essere, che è tutta da dimostrare, tra esponenti del movimento e la grande produttrice di tabacco riscaldato. A noi in questo momento non interessa di quello scandalo – lasciamo che se ne faccia carico la magistratura – ma del danno certo alla salute, dell’aggravamento forte che questo comporta per i fumatori cronici che decidono di smettere di fumare e per i giovani adolescenti che cominciano a fumare. Per questo noi facciamo appello al Ministro della salute, perché non si può agire soltanto sulla distanza fisica, sulla mascherina e sul gel – tutte cose sante e benedette – ma bisogna agire più a monte, mantenendo la salute dei nostri polmoni nelle migliori condizioni possibili e il fumo è devastante. Dobbiamo avere il coraggio, allora, di dire qualcosa di più quando parliamo di prevenzione. Sicuramente possiamo far riferimento all’inquinamento atmosferico, che pure è uno dei fattori che comportano disagio e sofferenza a tutte le nostre funzioni respiratorie, ma il fumo è una delle cause più conclamate e più chiare, è uno di quei fattori di protezione che si leggono nell’elenco all’ingresso del Ministero della salute, dove c’è proprio scritto: «No al fumo». Perché, allora, non possiamo intervenire? Abbiamo uno strumento, Ministro, per intervenire, che sono i numerosi emendamenti alla legge di bilancio che sono stati presentati da tutte le forze politiche. L’approvazione di quegli emendamenti non deve essere un’approvazione per scherzo, non si deve tradurre nel far passare la pressione fiscale dal 75 per cento magari al 70 o al 65 per cento, ipotizzando la strada della gradualità. Bisogna dare un segnale tanto forte quanto lo è stato il lockdown che è stato imposto, ad esempio, agli alberghi di montagna, che sono stati tutti chiusi. Perché quelli devono subire il danno, sia pure con i ristori che possono in qualche modo addolcire la fatica, e non devono subire questo danno – che a noi sembra un vantaggio per la salute di tutti gli italiani – ad esempio le aziende produttrici di tabacco? Vegli veramente il Ministro perché quegli emendamenti vengano approvati, con energia e con forza, perché sono emendamenti che parlano di giustizia fiscale per ottenere la salute generale, anche perché tutti noi conosciamo, oltre al danno per il fumatore, il danno che si provoca al fumatore passivo, cioè al vicino e lo si provoca anche con questi nuovi mezzi. Credo quindi che, in attesa che arrivi il vaccino – e ci auguriamo che arrivi – e nella mancanza di terapie specifiche, si faccia leva ancora una volta sulla prevenzione anche su questo piano”. L’intervento è stato chiuso dagli applausi dai banchi di parte della minoranza parlamentare.

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