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Cop9, fra segretezza e proteste decisioni su e-cigarette rimandate al 2023

Escluse dai lavori le associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche. Polosa: "L'Oms ha un approccio arrogante".

Arrivano con il contagocce e con basso grado di certezza le notizie dalla Cop9 della Convenzione quadro sul tabacco (Fctc) dell’Oms, in corso in modalità virtuale da lunedì 8 novembre. La segretezza, secondo il segretariato dell’Fctc, sarebbe giustificata per proteggere i lavori dall’ingerenza dell’industria del tabacco. Ancora oggi, al terzo giorno della Conferenza, il profilo ufficiale dell’Fctc rilancia il tema sul suo profilo Twitter, a corredo del video di presentazione dell’evento. Per il resto l’incontro è blindato, dimostrando un deficit di trasparenza che stride nel confronto con la Cop26 sul clima, che si sta tenendo contemporaneamente a Glasgow.

L’ambasciatore iraniano Esmaeil Bagahei Hamaneh, presidente di turno della Cop9.

Secondo quanto riportato dal sito Copwatch, che sta facendo un encomiabile lavoro di raccolta e diffusione delle voci, la prima giornata, è trascorsa in maniera piuttosto infruttuosa. Dopo i discorsi di apertura del presidente della Cop9, l’ambasciatore iraniano Esmaeil Bagahei Hamaneh, e del capo del Segretariato della Convenzione Adriana Blanco Marquizo, la prima giornata è stata dedicata all’adozione dell’ordine del giorno provvisorio, che rimanderebbe di fatto le decisioni su alcuni temi, comprese le sigarette elettroniche, alla Cop10 del 2023. Controverso sarebbe stato un passaggio che avrebbe consentito al Bureau dell’Fctc di estendere il mandato di un gruppo di lavoro di esperti. Il tutto sarebbe stato complicato da problemi tecnici riscontrati dai partecipanti.
Solo nella seconda giornata è stato approvato il punto 1.1 dell’ordine del giorno, che implica che la discussione sostanziale e le decisioni sui cosiddetti “nuovi ed emergenti prodotti” sono stati effettivamente rimandati alla prossima Conferenza delle parti. La certezza, però, si è avuta soltanto oggi, quando è stato possibile consultare il bollettino ufficiale pubblicato dall’Fctc. Dallo scarno resoconto, si apprende che il tema è stato discusso in maniera informale dalla Commissione A, presieduta da Graciela Gamarra del Paraguay. Non si hanno, però, ulteriori informazioni sulla discussione.
Si sa invece, anche se in ritardo, che alle organizzazioni di consumatori di prodotti a rischio ridotto non è stata concesso lo status di osservatori della Cop9. Nella nottata di ieri, a conclusione del secondo giorno, è stato reso noto che la partecipazione era stata rifiutata, insieme ad altri, sia a New Nicotine Alliance UK che alla rete internazionale Innco, che peraltro dichiarano di non aver ricevuto né notifica né spiegazioni per l’esclusione. Copwatch fa notare come invece siano state accolte a braccia aperte le organizzazioni che, in un modo o nell’altro, derivano finanziamenti dal miliardario americano Michael Bloomberg, ostinato nemico della riduzione del danno da fumo e delle sigarette elettroniche e finanziatore dell’Organizzazione mondiale di sanità.
Verso di lui si è rivolta la campagna di Innco che ieri ha presidiato la sede londinese di Bloomberg Corporation, presentando un rapporto intitolato “Bloomberg, l’Oms e l’epidemia di disinformazione sul vaping”. Attiva anche l’altra rete di associazioni dei consumatori, World Vapers’ Alliance che ha portato il suo Vape bus fino a Ginevra per essere fisicamente presente. Nel frattempo continua anche l’evento parallelo, sCOPe, organizzato dall’associazione dei consumatori di Asia e Pacifico Caphra: cinque giorni di live streaming con medici, esperti e sostenitori della riduzione del danno.
Chissà se ai funzionari dell’Fctc e alle parti riunite arriverà eco di queste iniziative. L’Oms in questo periodo sembra rispondere alla perfezione alla descrizione che ne fa il professore Riccardo Polosa. “Pochi giorni prima della presa della Bastiglia – racconta – la regina Maria Antonietta, avvisata che il popolo non aveva pane, rispose: che mangino brioche. Oggi l’Oms ha lo stesso approccio arrogante e la stessa scarsa comprensione delle persone dell’élite francese del XVII secolo”.

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