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Landl (Wva): preoccupante l’ignoranza degli europarlamentari sul vaping

I dati sulla conoscenza delle sigarette elettroniche diffusi da EcigIntelligence suscitano sconcerto sulle future decisioni politiche.

È profondamente preoccupante che chi prende decisioni sul futuro della sigaretta elettronica, lo faccia senza avere informazioni accurate”. Così Michael Landl, direttore della rete internazionale di associazioni dei consumatori World Vapers’ Alliance, commenta i risultati di un’indagine condotta sugli europarlamentari da EcigIntelligence, i cui risultati sono riportati in dettaglio in questo articolo. Quello diffuso lo scorso 30 novembre è, per così dire, un follow-up di una precedente analisi, realizzata sempre dala stessa società. Ma, nonostante i mesi trascorsi e il fatto che il vaping sia un tema all’ordine del giorno grazie allo Europe’s beating cancer plan, non si può dire che i risultati siano più incoraggianti.
Riassumendo, dall’indagine emerge che più di un terzo deli parlamentari europei non ha alcuna conoscenza di nessuno dei nuovi prodotti con nicotina (sigarette elettroniche, riscaldatori di tabacco, bustine) e addirittura uno su dieci non sa nemmeno che esistono. Il 28%, poi, ritiene che le e-cigarette siano dannose quanto o più del fumo e un ulteriore 18% semplicemente non ha la più pallida idea della questione. Il 16%, inoltre, ritiene che il vaping possa spingere i non fumatori a fumare le sigarette tradizionali. I dati diventano drammatici quando si parla di aromi, cioè dei gusti diversi dal tabacco nei liquidi da inalazione: il 53% degli europarlamentari è favorevole a regolamentarli come le sigarette a combustione o addirittura in maniera più rigida.
Un quadro che non può che destare sconcerto. “Le decisioni politiche – commenta infatti Landl – dovrebbero essere razionali e basate sulla scienza, non su vaghe percezioni. È stato ripetutamente dimostrato che il vaping è meno dannoso del fumo e quindi le politiche di salute pubblica devono includerlo”. La mancanza di conoscenza di chi legifera su un argomento così delicato, andrebbe sicuramente colmata, per evitare una errata guerra alla nicotina e le sue inevitabili pericolose conseguenze. “Esortiamo tutti i politici – conclude Landl – ad ascoltare la scienza e coloro che saranno colpiti più duramente da una cattiva regolamentazione anti-svapo: i consumatori. Il processo decisionale deve essere basato sull’evidenza. E invece lo svapo e il consumo di nicotina in generale sono ingiustificatamente demonizzati. Questa storia deve finire”.

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