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SVAPOWORLD – Notizie internazionali dall’11 al 17 settembre

Questa settimana torna prepotentemente alla ribalta la possibilità che in Europa venga introdotto il divieto di aromi nei liquidi per sigarette elettroniche. Intanto in Africa la lotta al fumo diventa una priorità.

AfricaKAC, negli Stati sub-sahariani urgenti politiche di riduzione del danno
Con oltre 200.000 decessi legati al fumo ogni anno nell’Africa subsahariana, è urgente che la regione abbracci politiche di riduzione del danno da tabacco. È quanto chiede un nuovo documento pubblicato dalla fondazione britannica Knowledge Action Change (KAC). KAC sostiene che la riduzione del danno da tabacco potrebbe generare significativi guadagni in termini di salute pubblica per i Paesi dell’Africa subsahariana ed è particolarmente cruciale in un momento in cui il numero di consumatori di tabacco nell’intero continente è destinato ad aumentare a 62 milioni entro il 2025. “Molte persone non possono o non vogliono smettere di usare la nicotina, ma il fumo è mortale“, è riportato in una nota stampa, “la riduzione del danno da tabacco offre ai fumatori la scelta di passare dalle sigarette combustibili a prodotti con nicotina più sicuri che comportano minori rischi per la salute, tra cui le sigarette elettroniche con nicotina, le buste di nicotina senza tabacco, il tabacco da fiuto di tipo svedese (un tabacco orale) e i prodotti a tabacco riscaldato“. Scritto dal fondatore di THR Malawi Chimwemwe Ngoma, “Tobacco Harm Reduction in Sub-Saharan Africa” analizza lo stato attuale della riduzione dei danni da tabacco nei 48 Paesi dell’Africa sub-sahariana.

Sigaretta elettronica e riduzione del danno per salvare l’Africa dal fumo

OlandaLa consultazione pubblica è una trappola, un trucco del governo per vietare tutti i liquidi
Una nuova consultazione pubblica e un rischio grande quanto una casa. Il governo olandese ha aperto un nuovo capitolo nella sua lotta agli aromi: nella consultazione lanciata nei giorni scorsi è infatti sottoposta una lista redatta dall’Istituto nazionale per la salute pubblica e l’ambiente (Rivm), comprendente le sedici molecole “approvate” consentite per la produzione di e-liquids. Non dunque un semplice divieto sugli aromi diversi dal tabacco, ma una misura che di fatto metterebbe fuori legge tutti i liquidi attualmente presenti sul mercato, compresi quelli al gusto di tabacco e, secondo gli esperti, renderebbe molto difficile svilupparne di nuovi. È un divieto nascosto su tutti i liquidi per sigarette elettroniche, ha denunciato immediatamente la rete dei consumatori europei Ethra, che teme anche la nascita di un precedente che potrebbe cambiare le regole del gioco anche nel resto dell’Unione Europea. Approfondimenti nell’articolo di Sigmagazine.

Il futuro delle sigarette elettroniche passa dalla scelta olandese

 

GlobalSondaggio Wva: il divieto agli aromi produrrebbe ritorno al fumo e contrabbando
Il divieto di aromi per le sigarette elettroniche produrrebbe un drammatico ritorno al fumo da parte di molti ex fumatori che hanno trovato nel vaping la chiave della disassuefazione. World Vapers’ Alliance (Wva), l’alleanza internazionale di associazioni di consumatori del settore, rilancia l’allarme sulla base di un sondaggio condotto fra i suoi membri, che ha abbracciato un totale di 415 partecipanti sparsi in 36 diversi Paesi. Il risultato dell’indagine non ha lasciato dubbi: il 97% degli intervistati ha risposto di preferire gusti diversi dal tabacco (per la precisione il 73%) o una combinazione di tabacco e altri aromi (23,6%). Solo il 3% ha detto di utilizzare esclusivamente liquidi al gusto di tabacco. “Il sondaggio conferma ciò che la scienza ha ripetutamente dimostrato: gli aromi sono essenziali per smettere di fumare”, ha detto Michael Landl, direttore di World Vapers’ Alliance, “divieti e tassazioni elevate non fanno che aumentare il mercato nero e spingere molti vaper a tornare a fumare”. Di conseguenza, l’appello ai legislatori: “È ora che i politici inizino ad ascoltare coloro che sono più colpiti dalle loro politiche: i consumatori”. Nell’articolo di Sigmagazine, altri dati importanti del sondaggio di Wva, compreso quello sulla credibilità dei media riguardo la corretta informazione sulle sigarette elettroniche.

Sigarette elettroniche, senza aromi rischio illegalità e ritorno al fumo

 

UsaStudio: diversi tipi di sigarette elettroniche ma stessa esposizione alla nicotina
Le diverse tipologie di sigarette elettroniche non cambiano l’esposizione alla quantità di nicotina. È quanto ha stabilito uno studio realizzato da un gruppo di otto ricercatori del Roswell Park Comprehensive Cancer Center di Buffalo, negli Stati Uniti, e coordinato da Nicholas Felicione. Intitolato “Comparing Pod and Mod Ends Users’ Product Characteristics, Use Behaviors, and Nicotine Exposure”, lo studio si è proposto l’obiettivo di confrontare le caratteristiche dei dispositivi e dei liquidi usati, le abitudini di svapo e l’esposizione alla nicotina di chi usava sigarette elettroniche a pod (spesso contenenti alte concentrazioni di sali di nicotina) e chi preferiva i sistemi aperti con atomizzatore ricaricabile (mod). Nonostante la diversità dei dispositivi utilizzati, ma anche degli aromi, delle concentrazioni di nicotina e della presenza di sali, i livelli di cotinina (un alcaloide del tabacco e metabolita della nicotina) nelle urine erano molto simili. È la dimostrazione che l’esposizione alla nicotina non differiva, hanno spiegato i ricercatori. Lo studio verrà pubblicato a breve su Nicotine & Tobacco Research. Ulteriori dettagli sulla metodologia utilizzata nelle ricerca vengono svelati nell’articolo su Sigmagazine.

Sigarette elettroniche open system o a pod: assunta stessa quantità di nicotina

 

GermaniaIl ritorno di Intertabac, la fiera di Dortmund che dà sempre più spazio al vaping
Ultimo giorno, sabato 17 settembre, per la fiera tedesca di Intertabac, considerata la più grande al mondo per il settore del tabacco, che si è aperta due giorni prima a Dortmund, nel Land del Nord Reno-Vestfalia. Anche per Intertabac si è trattato di un ritorno dopo lo stop nei due anni di pandemia. Si tratta di un appuntamento importante anche per il mondo del vaping, cui negli ultimi anni gli organizzatori di Dortmund hanno riservato spazi sempre maggiori, e così è stato anche per quest’anno, come ha riportato sul suo sito online l’organizzazione che tutela gli interessi dei commercianti tedeschi di sigarette elettroniche, il Verband des eZigarettenhandels (VdeH).

DanimarcaSorpresa: la pandemia ha tenuto i danesi lontano dal fumo
I fumatori danesi hanno acquistato meno tabacco e hanno smesso di fumare più del solito durante la pandemia di Covid-19, secondo una nuova ricerca dell’Università di Copenaghen che ha monitorato gli acquisti di sigarette dal blocco del marzo 2020 fino alla fine dell’anno. Lo studio ha dimostrato che coloro che hanno continuato a fumare hanno anche acquistato molto meno tabacco. I dati rivelano inoltre che i fumatori abituali hanno acquistato il 20% di sigarette in meno a settimana rispetto a prima della pandemia. Nel frattempo, il numero di coloro che hanno smesso è aumentato del 10% rispetto all’anno precedente. “Il quadro generale è che il consumo di sigarette è diminuito durante la pandemia“, ha dichiarato l’autore dello studio Toke Reinholt Fosgaard, professore associato presso il Dipartimento di Economia alimentare e delle risorse dell’Università di Copenhagen, “è una sorpresa, perché ci si aspetterebbe di vedere la gente fumare di più durante una pandemia, un periodo in cui le persone stanno peggio psicologicamente e hanno meno opportunità di muoversi. Invece si è verificato il contrario“. Fosgaard attribuisce il calo del consumo di tabacco al fatto che i fumatori sono più a rischio di sviluppare gravi sintomi di Covid: “Per un fumatore, le conseguenze del fumo sono diventate più immediate, piuttosto che una conseguenza della vecchiaia, in quanto i fumatori soffrono di casi più gravi di Covid“.

GermaniaTedeschi in controtendenza, il Covid ha riportato i fumatori alla dipendenza da tabacco
Pandemia e fumo, la Germania segna una tendenza opposta a quella danese. Secondo uno studio a lungo termine, il “German Survey on Smoking Behaviour” dell’organizzazione benefica di ricerca medica Debra, la percentuale di fumatori tedeschi è infatti aumentata significativamente dall’inizio della pandemia. Attualmente è del 34,5%, più di un terzo della popolazione di età superiore ai 14 anni. Prima della pandemia (inizio 2020), la quota era intorno al 27%. “È uno sviluppo molto preoccupante”, ha dichiarato l’epidemiologo e direttore di Debra Daniel Kotz all’agenzia di stampa tedesca Dpa. Kotz, che dirige il dipartimento di ricerca sulle dipendenze presso il Centro per la salute e la società dell’ospedale universitario di Düsseldorf, attribuisce la tendenza soprattutto alla ricaduta degli ex fumatori, che hanno ricominciato a fumare per quello che i medici hanno definito il cosiddetto stress da Covid. Tuttavia, l’indagine evidenzia anche un dato positivo: molti giovani in Germania non hanno mai iniziato a fumare, a differenza di quanto avveniva negli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Il dato negativo generale offre tuttavia alla rivista e-Garage lo spunto per criticare le politiche sanitarie dei governi tedeschi degli ultimi anni. “La strategia di prevenzione del fumo in Germania è ormai un disastro senza precedenti e ha fallito”, scrive la rivista del vaping e sospetta che i motivi siano da ricercare altrove: “Tale regressione non è affatto una conseguenza logica della pandemia”. Sotto accusa, piuttosto, l’assenza di politiche di riduzione del danno e il sostegno a terapie alternative di disaffezione dal fumo.

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